Per Manfredi “è una grande vetrina internazionale”. Speriamo che non finisca come con il torneo di tennis dell’anno scorso…

Ora è ufficiale: Napoli sarà la Capitale Europea 2026 dello Sport. L’annuncio della designazione è arrivato dal dal presidente di Aces Europe, Gian Francesco Lupattelli. “Sembrava una sfida impossibile e invece ora è diventata realtà”, dice l’assessora allo Sport Emanuela Ferrante. “Sarà una vetrina internazionale di grande prestigio per Napoli”, commenta su Facebook il sindaco Gaetano Manfredi.
Da bando la città vincitrice si impegna, per l’anno d’assegnazione, all’organizzazione di almeno 36 eventi sportivi di spiccato rilievo nazionale e internazionale. Manfredi dice che la designazione di Napoli “è il riconoscimento della bontà del lavoro che stiamo portando avanti per la promozione del valore dello sport sotto l’aspetto della competizione e della capacità di creare comunità. La collaborazione di tutte le istituzioni sarà fondamentale per il rilancio dei nostri impianti, in maniera da farci trovare pronti all’appuntamento del 2026 che rappresenta una vetrina internazionale di grande prestigio per la nostra città“.
Sulla stessa linea, continua Ferrante: “Questo riconoscimento sarà uno stimolo a porre sempre di più lo Sport al centro delle decisioni strategiche dell’amministrazione comunale non solo per il suo valore sociale ed educativo, ma anche come elemento di richiamo di un turismo speciale e di qualità”.
Insomma siamo sulla linea delle buone intenzioni. Napoli sarà Capitale tra due anni appena, chi conosce lo stato dell’impiantistica cittadina sa che c’è un’ottima possibilità che la “vetrina internazionale” si trasformi in una fiera delle brutte figure. Ricordiamo come è andata a finire lo scorso anno quando l’Atp diede a Napoli un torneo di livello, con i campi sgarrupati e le partite sospese per umidità. E che Napoli s’è dovuta accontentare di ospitare solo il sorteggio degli Europei di pallavolo per mancanza d’un palazzetto decente. Anche in quel caso Manfredi disse che il sorteggio rappresentava una “vetrina internazionale”.