Mourinho: «I Friedkin? Sono pagato per non creare problemi, loro si devono fidare del mio lavoro»
In conferenza: «Smalling? L'infortunio c'è ma non è veramente un ragazzo che sa soffrire, si tira un pochettino indietro»

Db Genova 28/09/2023 - campionato di calcio serie A / Genoa-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho
La conferenza stampa di José Mourinho, allenatore della Roma, prima della partita contro l’Udinese.
Come si affronta l’Udinese? Sarà fondamentale il ritorno di Pellegrini?
«Sarà importante il possesso palla nel collettivo, sarà importante stare attenti alle loro ripartenze. Se perdiamo palla in zona pericolosa siamo più aperti, ma la nostra squadra è migliorata sotto questo aspetto. Pellegrini è sempre importante per noi, ma io guardo all’Udinese con tutte queste difficoltà. Se giochiamo bassi e regaliamo la palla a loro ci fanno male, sono bravi su palla inattiva. Hanno buoni tiratori da fuori, sono un’ottima squadra. Non guardo alla classifica per definire la difficoltà di domani».
Mourinho su Smalling:
«L’infortunio c’è, ci sono anche persone normali come noi, non atleti, che abbiamo una capacità maggiore di sopportare il dolore. Smalling non è veramente un ragazzo che sa soffrire, si tira un pochettino indietro. Il suo infortunio è veramente difficile, è una grande frustrazione per me. Dobbiamo avere pazienza e io non devo massacrarmi e non posso nemmeno massacrare lui. Vediamo quando arriva, l’ultima settimana non ha fatto neanche un minuto fuori dal dipartimento medico. Però è la prima settimana dove non c’è dolore, la programmazione è che prossima settimana possa andare in campo, non con me ma con i preparatori. Non mi aspetto Smalling nelle prossime due o tre settimane. Speriamo prima del 2024».
Empatia con la proprietà? C’è empatia con i Friedkin o non è importante avere empatica con loro?
«Dipende, con la squadra tu lavoro ogni giorno, stai insieme ogni minuto, è un po’ come la famiglia. I giocatori sono quelli più vicino all’allenatore e viceversa. Questa è quello che io chiamo empatia funzionale, la si crea lavorando, dando ritmo e qualità al rapporto diretto. Con la proprietà la situazione è diversa. Io sono pagato per non creare problemi alla proprietà, loro si devono fidare del mio lavoro. Ieri ho parlato con i Friedkin, lavoriamo. Non ho parlato di contratto».
La squadra deve rispondere sul campo ai tifosi:
«Non sono sicuro che la squadra ha dato meno, però sono d’accordo che dobbiamo dare di più. Dobbiamo capire, e loro capiscono, non mi stanco di parlare dei tifosi. Dobbiamo sempre dare di più. Ci sono stati risultati e performance negative, ma mancanza di professionalità e rispetto mai. Nelle partite in casa solitamente riusciamo a dare di più, anche nell’estrema difficoltà. Fuori casa, ci manca un po’ di mentalità che ho avuto sempre nella mia carriera che è godersi l’antagonismo di giocare fuori casa. Dobbiamo cambiare qualcosa a livello di mentalità e significa anche ripagare gli sforzi dei tifosi».
Aumenterà la qualità della rosa con il rientro di alcuni giocatori. Le parole di Mourinho:
«Abbiamo un progetto e dopo si fa fatica quando non c’è continuità. Faccio fatica io a pianificare e a programmare, e fanno fatica i giocatori quando si spostano di posizione. Contro la Lazio, penso che hanno avuto uguale o meno possesso di noi. Mi è mancano però il cambio di velocità. Siamo arrivati in zone pericolose ma ci è mancato qual qualcosa in più. Il nostro obiettivo era andare in una direzione, ma abbiamo sempre delle limitazioni. Renato Sanches non è infortunato, ma ha interrotto il processo di recupero con un piccolo problemi che lo ha fatto allenare con la squadra solo ieri. Non ha avuto continuità nel lavoro. Domani comunque non gioca, non va nemmeno in panchina».
La figura intermedia tra società e squadra:
«Qualche qualità ce le ho e ho tanti difetti. Di solito la gente vicina a me sa tutto quello che penso io, non mi risparmio le parole, le critiche e gli elogi. Nel lavoro sono un libro aperto, tutti sanno quello che penso».