«Contento di esser stato richiamato. Spalletti mi ha detto subito cosa si aspetta da me. Vuole che controlli la squadra, la tenga compatta, per realizzare il gioco positivo che abbiamo in mente. Con lui ci siamo sentiti in questi tempi, mi aveva spiegato le scelte, in fondo giocavo meno. Io gli ho detto: ‘Non si preoccupi, torno. E la chiamata è arrivata».
Differenze tra Mancini e Spalletti?
«Non mi piacciono i paragoni, ma entrambi hanno grande esperienza e grande sincerità. Il gioco non mi sembra diverso: chiedono bel calcio, possesso palla, squadra alta e pressione».
Spalletti a proposito della situazione a Napoli
È una situazione differente rispetto a ciò che si vive in Nazionale. Dentro un club si vive la quotidianità, la vita anche normale. C’è un rapporto molto più profondo rispetto a quello che c’è in Nazionale e diventa più facile modellare una squadra. Un campionato come quello vinto dal Napoli si può fare innanzitutto avendo a disposizione grandissimi calciatori, ciò che conta molto è sempre la qualità e il livello del calciatori. Io nel Napoli ho avuto a disposizione giocatori fantastici che mi hanno dato tutta la loro disponibilità che mi hanno permesso di creare un corpo unico, tutti i giorni lavoravano con serietà per esaudire le mie richieste e diventare sempre migliori. In quell’ambiente lì diventa poi un po’ più facile riuscire a creare sensazioni particolari, riuscire a creare questa roba che viene dal cuore perché la vivono in quella maniera lì. Ogni incontro con una persona di Napoli è un arricchimento e tu per forza devi dimostrare e dare tutto. Sono legatissimo a questi calciatori, mi dispiace molto. So quanta passione ci mettono questi ragazzi e quella passione dobbiamo averla anche in questa Nazionale.