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Tamberi: «Il sacrificio più grande è la dieta, sono privazioni per mesi. Ti cambia l’umore»

A Sette: «Sono seguito da esperti, non copiatemi. I riti sono una debolezza degli sportivi, tentano di ricreare qualcosa che in passato ha funzionato»

Tamberi: «Il sacrificio più grande è la dieta, sono privazioni per mesi. Ti cambia l’umore»
First-placed Italy's Gianmarco Tamberi celebrates after winning in the men's high jump final during the World Athletics Championships at the National Athletics Centre in Budapest on August 22, 2023. (Photo by ANDREJ ISAKOVIC / AFP)

Gianmarco Tamberi intervistato da Sette settimanale del Corriere della sera. Parla della dieta, dei riti scaramantici, dei tatuaggi-

Riti scaramantici?
«Tanti, ma non sento più l’obbligo di “rispettarne uno assolutamente”. Dall’Olimpiade di Tokyo li ho messi da parte per trovare la forza nelle cose che contano. I riti sono una debolezza degli sportivi che tentano di ricreare qualcosa che in passato ha funzionato sperando di ottenere un risultato positivo. Ci aggrappiamo a queste cose per paura di affrontare nuove sfide».

E la mezza barba?
«Per anni è stato un rito: l’ultima cosa che facevo prima di andare al campo per lamia “battaglia” era tagliarne una parte e la prima, al rientro in hotel, era toglierla tutta. Ora non sento più la necessità di presentarmi sempre così davanti all’asticella».

Quale delle due metà rappresenta il Tamberi atleta?

«Direi quella con la barba, che è sinonimo della mia razionalità; mentre quella senza è lamia irrazionalità».

Lei non ha tatuaggi.
«Mi piacciono ma non ho mai pensato di farne uno».

Cosa significa per lei essere a dieta?
Tamberi: «Non mangiare più e sperare di sopravvivere. Scherzi a parte, è il sacrificio più grande, non è facile sostenere quelle privazioni per tanti mesi. Ti cambia l’umore. Ho un mental coach che mi segue da anni e ho fatto un percorso con una psicologa nutrizionista, sono supporti importanti quando si fa qualcosa così al limite. Sono alto 1,92 e al Mondiale pesavo meno di 74 kg, ero decisamente sottopeso. Voglio dirlo chiaramente, non vorrei che qualcuno copiasse quello faccio io per dimagrire:
il mio è un percorso estremo seguito da esperti».

Quanto conta per lei la bellezza?
«Io sono sempre stato quello brutto della famiglia. Mio fratello Gianluca nel 2012 ha vinto Mister Italia: io ero quello simpatico, lui quello bello».

E il suo rapporto con la scuola?
«Per me è stata una tortura. Non riuscivo a stare fermo e seduto. Dal punto di vista del rendimento me la cavavo, ma caratterialmente ero un disastro».

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