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“I bastardi di Pizzofalcone” adesso non si regge solo sugli attori

Sono migliorati i tempi d’azione: un’inversione di tendenza cominciata nella terza serie con la regia del compianto D’Alatri

“I bastardi di Pizzofalcone” adesso non si regge solo sugli attori

La quarta serie de “I bastardi di Pizzofalcone”.

La Rai – piange il cuore dirlo – si regge oramai solo sulle fiction, su Fiorello e su un’informazione – Rainews, Report, Presa Diretta, Cammina Italia – che ha ancora a cuore il servizio pubblico, anche se in alcuni conduttori già si nota qualche incrinatura ai potenti di turno.

Ieri sera – ma potete recuperarla su Raiplay – c’è stata “Musica” la prima puntata delle quattro previste della quarta serie de “I bastardi di Pizzofalcone” – tratta dai libri Einaudi stile libero di Maurizio De Giovanni.

Il nostro ispettore Giuseppe Lojacono (Alessandro Gassmann) è stato sequestrato da Rocco Squillace (Paolo Sassanelli) che gli addebita la morte del fratello e che lo droga fino a renderlo dipendente e gli intima di vivere nascosto se non vuole che sua figlia Marinella (Anna Lucia Pierro) venga uccisa. Intanto Giorgio Pisanelli (Gianfelice Imparato) ex vicecommissario – ora in pensione – non riesce a staccarsi dalla squadra del Commissario Luigi Palma (Massimiliano Gallo) che con il resto della sua equipe è in ansia mortale per la scomparsa di Giuseppe. Palma, comunque, continua il suo rapporto difficile con il vice-sovrintendente Ottavia Calabrese (Tosca D’Acquino), mentre l’agente scelto Marco Aragona (Antonio Folletto) viene lasciato dall’ennesima ragazza. Vanno bene le cose invece nel rapporto amoroso tra l’agente Alex Di Nardo (Simona Tabasco) e la dottoressa Rosaria Martone (Serena Iansiti) che è la responsabile della scientifica. Ed anche l’assistente capo Francesco Romano (Gennaro Silvestro) appare più calmo. Il magistrato Laura Piras (Carolina Crescentini), compagna di Lojacono, è sospesa nel suo dolore, ma trova il tempo di occuparsi di Marinella, la figlia dello scomparso, che vive con lei.

A questa fiction è capitata un’inversione rispetto a tutte le altre: è partita male come regia e come scrittura narrativa, ma già nella terza serie con l’inserimento del compianto Alessandro D’Alatri in regia le cose sono migliorate. Ora la quarta serie – i nuovi registi Monica Vullo e Riccardo Mosca ne hanno mantenuto la qualità – è iniziata con una forte iniezione di scrittura merito degli sceneggiatori Angelo Petrella e Salvatore Basile che ne hanno trasformato i tempi dell’azione. Il risultato è che “I Bastardi” che si reggevano sulla forza degli attori, che però a volte appariva forzata, ora sembra un altro prodotto: perché quando i testi sono funzionali all’azione scenica anche gli attori possono più serenamente affidarvisi con il loro grande talento.

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