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De Laurentiis a fine conferenza di Garcia: «Il giornalismo non si fa inventando notizie, così è squallido»

«Garcia non sta facendo la lista dei buoni e cattivi. Però fa male leggere cose inventate. Non fa onore a chi racconta, dare notizie inventate»

De Laurentiis a fine conferenza di Garcia: «Il giornalismo non si fa inventando notizie, così è squallido»
Italian film producer, owner and chairman of Italian football club Napoli Aurelio De Laurentiis attends the '130 years of Il Mattino' Italian daily newspaper event at the Royal Palace in Naples, Southern Italy, on May 25, 2022. (Photo by Eliano Imperato / Controluce via AFP)

De Laurentiis è intervenuto alla fine della conferenza di Garcia, e ha detto:

«Fa male leggere cose inventate di sana pianta. Non sta facendo la lista dei buoni e dei cattivi, non fa onore a chi racconta dare notizie inventate, per me il giornalismo non si fa così. Noi ci rimaniamo male quando la stampa inventa le notizie. Sono qui da tanti anni, ho un rapporto con voi, basta che non inventiate le notizie e che raccontiate le notizie».

«Io spero che le cose cambino, e chiamo i giornalisti chiedendo perché abbiano scritto inesattezze. Però non riesco a parlare con nessuno di voi, il giornalismo secondo me non si fa in questo modo, così diventa una professionalità vissuta in maniera squallida. Giordano ieri ha scritto un articolo su di me dirompente sul piano della diversità, ma è uno che scrive».

LA CONFERENZA STAMPA DI GARCIA

«Poi rispondo solo alle domande sul Verona.

Sono sereno e sono tranquillo. Dico questo perché se do le risposte con carattere alle vostre domande, non interpretate che sono nervoso. Dire che non ho apprezzato il dopo Fiorentina è dire poco. Mancanza di rispetto nei miei confronti. Tengo a ringraziare giornalisti che mi hanno sostenuto e i tanti tifosi che mi hanno incoraggiato. Ho trovato tutto molto esagerato. Non abbiamo fatto tutto bene ma nemmeno tutto male. Ho trovato questa vicenda molto sproporzionata. per questo non sono stato contento, quel che conta è il mio lavoro con la squadra, il mio staff, i miei dirigenti, ieri più specificatamente del mio presidente De Laurentiis. Venivamo da quattro cinque partite buone, non mi nascondo, non mi sono mai nascosto nella mia vita. Sono deluso, pensavo che era più onesto avere atteggiamento più collaborativo con voi, mi sto chiedendo se non mi sbaglio. L’importante è vincere a Verona.

«Non mi lamento di chi non può giocare. Osimhen, Anguissa. Ho tre punte centrali, adesso ne abbiamo due ed è una risorsa importante. Sono differenti. Cajuste può giocare mezz’ala, regista, sostituirà Anguissa con personalità».

Antonio Giordano: «I giornalisti raccontano gli umori di quel che accade».

Che partita è quella di domani?

«A Verona partita tosta, è sempre difficile vincere. Dovremo essere bravi nel gioco con la palla e anche senza palla. È una squadra complicata da manovrare».

È più nella testa che si deve cambiare qualcosa?

«Non c’è tutto da cambiare. Striscia che inizia nel secondo tempo a Genova e finisce col Real Madrid contro cui abbiamo giocato bene anche se abbiamo perso. Si lavora su tante cose, abbiamo raccolto i frutti del lavoro su calci piazzati. Sui punti deboli dell’avversario. Oggi torna Olivera che è l’ultimo a rientrare dalla Nazionale. Il ritiro serve a lavorare su tante soluzioni da mettere nella testa e nelle gambe dei giocatori per affrontare diverse situazioni».

«Più che le cose tattiche o tecniche, conta l’atteggiamento di tutti. Sono sicuro che sono motivati ma adesso lo mostreremo tutti insieme».

«A parte Osimhen, stanno tutti bene anche se stanchi. Lo stesso Olivera sta bene pure se stanchissimo».

Vicenda scommesse.

«Avete parlato tanto in lungo e in largo di questa cosa, preferisco non rispondere, non è il caso di parlarne adesso».

«Può essere che giochino Rrahmani e Natan. Può giocare anche con Ostigard, sono contento della coppia che ho avuto nelle ultime sei partite, sperando che Juan Jesus tornerà a breve».

«Il tema della reazione dei giocatori è stato trattato sia da me sia da De Laurentiis».

«I tifosi mi hanno detto di non ascoltare, di non leggere. Adesso so chi sono i miei amici e chi sono i miei nemici».

«Raspadori e Simeone non dico che non possano giocare insieme. Deciderò di volta in volta».

 

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