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«Il City non è arabo», ma il governo inglese si rifiuta di mostrare la corrispondenza con gli Emirati

The Athletic svela le relazioni secretate. “Se il City non è di proprietà araba, perché il governo non mostra le carte? È preoccupato per le relazione diplomatiche?”

«Il City non è arabo», ma il governo inglese si rifiuta di mostrare la corrispondenza con gli Emirati
UAE President President Sheikh Mohamed bin Zayed al-Nahyan and Manchester City's Emirati owner Sheikh Mansour bin Zayed al-Nahyan attend the UEFA Champions League final football match between Inter Milan and Manchester City at the Ataturk Olympic Stadium in Istanbul, on June 10, 2023. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Il proprietario del Manchester City, Sheikh Mansour, è vicepresidente e vice primo ministro degli Emirati Arabi Uniti. Il suo fratellastro, Khalifa bin Zayed Al Nahyan, è il presidente degli Emirati Arabi Uniti. Sheikh Mansour è azionista di maggioranza del Manchester City tramite Newton Investment and Development, una società da lui interamente controllata registrata ad Abu Dhabi, e che possiede una partecipazione di maggioranza nel City Football Group (CFG). Ma il Manchester City ufficialmente – e ci tiene che sia ribadito – sostiene di non essere di proprietà degli Emirati Arabi, tantomeno finanziata dallo Stato.

E allora The Athletic ha pensato bene di scavare un po’. Utilizzando il Freedom of Information Act 2000 (Foia), ha richiesto tutta la corrispondenza tra il Foreign Commonwealth & Development Office a Londra e l’ambasciata britannica ad Abu Dhabi, relativa alle 115 accuse relative a una serie di presunte violazioni delle regole finanziarie tra il 2009 e il 2018 che la Premier League ha fatto al Manchester City.

Una richiesta Foi, spiega The Athletic, dà alle persone il diritto di chiedere a qualsiasi autorità pubblica le informazioni in suo possesso. Una volta accettata la richiesta, l’organizzazione del settore pubblico ha 20 giorni lavorativi per rispondere. Il 10 maggio scorso, il FCDO ha ammesso di “detenere informazioni che rientrano nei termini” della richiesta, ma poi ha negato la documentazione al giornale sostenendo che “la divulgazione di informazioni che descrivono in dettaglio la nostra relazione con il governo degli Emirati Arabi Uniti potrebbe potenzialmente danneggiare la relazione bilaterale tra il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti”.

Ecco dunque il punto: The Athletic, che ha fatto ricorso, si chiede (e ha chiesto ai diretti interessati, governo in primis):  se tale corrispondenza esiste e se il City non è di proprietà dallo Stato, allora perché il governo del Regno Unito è preoccupato di mettere a repentaglio le relazioni tra il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti?

Il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti, continua The Athletic, “hanno una relazione bilaterale positiva e nel settembre 2021 gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a investire 10 miliardi di sterline (ora 12,2 miliardi di dollari) in energia pulita, tecnologia e infrastrutture del Regno Unito. Ciò si aggiungeva agli investimenti precedenti per un totale di oltre 1 miliardo di sterline.

Il Cfg, il gruppo multiclub che possiede il City e molte altre società, ha investimenti anche in Cina, India, Giappone, Uruguay, Bolivia, Belgio, Brasile e Italia.

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