Il calciomercato ormai è un ricordo: la Serie A, sommersa dai debiti, fa i conti con la realtà (Fatto)

I talenti migliori se ne vanno in Premier e l’Arabia si prende quelli che restano. I tifosi si mettano l'anima in pace 

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Gc Milano 29/01/2010 - Ata Hotel sede calciomercato / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: cartellone calciomercato

Il calciomercato, in Italia, è finito. La Serie A un tempo sognava grandi acquisti, ora neanche più quello. Sul Fatto Quotidiano Lorenzo Vendemiale scrive che il calcio italiano “fa i conti finalmente con la realtà”. Del resto il Report Figc parla chiaro: nella sola stagione 2021-22, il calcio in Italia ha bruciato 1,3 miliardi di euro ed ha accumulato circa 5 miliardi di debiti.

“La stagione del mercato è finita: a pochi giorni dall’inizio del campionato, l’Inter si ritrova formalmente ancora senza portiere, la Roma non ha uno straccio di centravanti, la Juve cerca di piazzare Vlahovic per fare cassa e consolarsi col vecchio Lukaku. Le nostre squadre non è che non vogliano comprare, proprio non possono: imbrigliate dai lacci della crisi in cui si sono cacciate con anni di gestione scellerata”.

I tifosi, insomma, “si mettano l’anima in pace: se il calciomercato langue, è perché diverse big ce l’hanno bloccato“.

La Juventus, ad esempio, che pure è sopravvissuta allo scandalo plusvalenze, ha un grosso problema con l’indice di liquidità: se non vende non può comprare.

La Roma deve fare i conti coi limiti imposti dal settlement agreement sottoscritto con la Uefa per il Fair play finanziario. E pure all’Inter non se la passano benissimo, anche se qui “il settlement agreement non è un grosso grattacapo: a differenza dei Friedkin, la proprietà cinese a mettere altri soldi non ci pensa proprio“.

“Insomma, il calciomercato in Italia è un ricordo. Oggi prima si vende, poi si compra. E spesso ci si accontenta di giovani promesse o rincalzi. Lo confermano in fondo anche le poche eccezioni alla regola. Il Napoli campione d’Italia ha perso Kim e si guarda intorno serenamente, De Laurentiis sa far di conto. L’Atalanta si permette di soffiare Scamacca all’inter solo perché può reinvestire i soldi di Hojlund (passato al Manchester per 75 milioni). Il Milan ha rivoluzionato la squadra con sei acquisti (Pulisic, Chukwueze, Okafor, Reijnders, Loftus-cheek, Musah), ma comunque a fronte della cessione pesante di Tonali al Newcastle, finanziando con i suoi 70 milioni buona parte della campagna: vero player trading, l’unico modello rimasto alla Serie A (poi che funzioni anche sul campo è da vedere). E se intanto la Premier ci porta via i talenti migliori, l’Arabia si prende pure le seconde linee. Se i nostri club sono condannati all’irrilevanza, o in certi casi proprio all’immobilismo, i tifosi hanno poco da lamentarsi: il non poter più spendere soldi che non si hanno è un principio sacrosanto per un movimento senza più mecenati alle spalle. Basti pensare che nel triennio del Covid le spese per stipendi (+9,6%) e ammortamenti (+19,5%) sono aumentate invece che calare. Ben vengano nuovi e più stringenti paletti sul mercato estivo: almeno eviteremo di fare la fine della cicala”.

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