Real Madrid, dubbi su alcune voci di costo nel bilancio del club (Telegraph)
Per il quotidiano inglese c'è poca trasparenza, con circa 122 milioni sotto la voce "altre spese operative". Per il Telegraph si tratta di prestiti mascherati

Madrid (Spagna) 24/01/2017 - presentazione campagna 'Sin respeto no hay juego' / foto Alterphoto/Insidefoto/Image Sport nella foto: Florentino Perez
Il Telegraph ha condotto un’inchiesta sul Real Madrid e ciò che ha trovato sono molte ombre sul bilancio del club di Florentino Perez. Sembra infatti che fra le voci di costo ce ne siano alcune poco chiare e molto vaghe.
Il quotidiano inizia la sua indagine dalla riflessione che il Real da anni non fa più mercato, al massimo un grande colpo come Bellingham quest’anno e poi molti acquisti di prospettiva.
Potrebbe essere una legittima strategia diversa in tempi di crisi economici e di petroldollari arabi. Ma il Telegraph va più a fondo:
“Il Real Madrid ha rifiutato di spiegare perché il 20% dei suoi costi non è stato contabilizzato nei risultati finanziari più recenti del club, ponendo domande sul rispetto delle normative sul controllo finanziario. Circa 135 milioni di euro di pagamenti sono stati indirizzati in una sottocategoria di “altre spese operative” negli ultimi risultati, pubblicati a ottobre, di cui 122 milioni di euro (£ 103 milioni) è inspiegabile“.
Interrogato dal quotidiano, il Real ha commentato sommariamente che si trattano di spese di marketing, frutto di un accordo con il gruppo di private equity Providence, “un finanziatore statunitense per la vendita di futuri proventi di marketing“. Una sorta di supercazzola di tognazziana memoria.
Continua il Telegraph:
“Le somme guadagnate dalla vendita di una percentuale imprecisata delle future entrate della sponsorizzazione, che il club ha dichiarato di aver rinnovato nel 2019-2020, sono state registrate nei conti del Real come entrate piuttosto che come debito. Il club non ha mai spiegato nel dettaglio come quell’impegno venga ripagato o quanto venga pagato ogni anno. Ci sono grandi vantaggi in una tale struttura di accordi, anche se il denaro arriva semplicemente da pagamenti anticipati per coprire le carenze di budget e poi esce dal club sotto forma di rimborsi. Ciò significa che il contante anticipato non è considerato un prestito per il fair play finanziario e contribuisce a stabilire una cifra di entrate principali più elevata, fondamentale nel calcolo dei tetti salariali“.
Esistono quindi dubbi, non tanto sulla legalità dell’operazione, quanto sulla conformità alle regole della Uefa. Il quotidiano tira in ballo poi le vicende del Manchester City, come a dire “perché a noi e non a loro”.
Il Telegraph ha cercato di avere risposte non solo da Florentino Perez, ma anche dalla Liga e dalla Uefa. Nessuno però ha voluto spiegare o commentare la situazione. La conclusione del pezzo a firma di Sam Wallace ha un tono amaro:
“La questione della trasparenza è stata sollevata dallo stesso Real quest’anno quando in un comunicato a marzo ha affermato di avere “profonda preoccupazione” per la condotta del Barcellona nella vicenda sui pagamenti alle società intestate all’ex funzionario arbitrale Jose Maria Enriquez Negreira“.