ilNapolista

Rudi Garcia: «I giocatori devono dimenticare quello che hanno fatto. Nessuno è insostituibile»

In conferenza: «Voglio una squadra che giochi in più modi, non solo 4-3-3. Il presidente è ambizioso, quindi mi darà una squadra forte»

Rudi Garcia: «I giocatori devono dimenticare quello che hanno fatto. Nessuno è insostituibile»
Rudi Garcia Roma Roma 04-04-2015 Stadio Olimpico, Football Calcio Serie A AS Roma - Napoli Foto Andrea Staccioli / Insidefoto

Oggi è il giorno della presentazione di Rudi Garcia come allenatore del Napoli. Alle 18 la conferenza stampa nella suggestiva sede del Museo di Capodimonte, diretto dal francese Sylvain Bellenger.

La conferma di Rudi Garcia come allenatore del Napoli è arrivata da un tweet del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e da un comunicato pubblicato sui canali ufficiali del club.

Garcia, classe ’64, ha già una discreta esperienza in Serie A grazie alle stagioni passate sulla panchina della Roma tra il 2013 3 il 2016, raggiungendo con i giallorossi il secondo posto alle spalle della Juventus. L’allenatore francese ha anche vinto un campionato con il Lilla nella stagione 2010/2011. L’ultima esperienza all’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo.

Il primo a parlare è il direttore del Museo, Sylvain Bellenger:

«Rudi Garcia, un allenatore francese, benvenuto a Capodimonte. Vorrei anche salutare il console di Francia. Da stamattina mi chiedono tutti perché il presidente De Laurentiis è venuto a Capodimonte. Perché abbiamo fatto i campi di calcio per i ragazzi di quartiere. L’altra ipotesi è che c’è un rapporto tra arte e calcio. Il calcio è l’arte del balletto, l’arte del gioco degli scacchi, della strategia, è  l’arte della forza fisica e della grazia. Mi hanno chiesto anche quale sarebbe il quadro da associare a Garcia. Io ho risposto che lui è un artista, i giocatori sono opere d’arte. C’è un legame ovvio con la Francia, non solo a livello della lingua. Sono 15 giorni che l’ambasciatore di Francia ha piantato una magnolia per celebrare l’amicizia tra Napoli e la Francia. Lo scudetto ha comunicato al Mondo un Napoli vincitore, di grande cultura e talento e non i problemi che sono degli stereotipi. Grazie presidente per aver pensato a Capodimonte».

Parole al presidente De Laurentiis:

«Io ringrazio Bellenger per ospitarci in questo bellissimo posto. Sembra quasi che volessimo tutti quanti celebrare lo scudetto di quest’anno e stabilire un augurio affinché il Napoli possa procedere anche negli anni a venire. io saluto il nostro prefetto, Palomba, grande amico del Napoli. Ringrazio il direttore del centro Rai di Napoli».

Le parole del nuovo tecnico del Napoli:

«Il primo regalo è essere qui a Napoli. La cosa bella sono le ambizioni. Prima di tutto vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza e fare i complimenti al presidente e alla sua squadra. Quando sono arrivato in città, ho visto tutte le bandiere e mi sono reso conto che i tifosi e la città è molto fiera della sua squadra. Il mio obiettivo è di mantenere questo entusiasmo».

«Penso che ci siamo trovati con il presidente sulle ambizioni. Ogni competizione la gioco per vincerla. Il presidente ha messo la barra molto in alto, perché ci sono molti club che aspettano anni per vincere la Champions. Io sogno di vincere trofei, sono qua per questo. Complimenti al presidente per lo scudetto dopo 33 anni, però io penso che il  Napoli è una squadra che deve giocare la Champions ogni anno ed essere una squadra importante come in questa stagione».

«Io non ho paura di niente però io penso che già ho fatto i complimenti però per i giocatori, che è la cosa che mi interessa, questo vittoria in campionato deve dare fiducia a ognuno di loro. Quando si inizia la nuova stagione però si riparte da zero perché è molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza la collettività si può arrivare a grandi traguardi. I giocatori devono anche dimenticare quello che hanno fatto salvo che la fiducia per rimanere umili e mantenere ambizioni. La cosa che mi è piaciuta è che ho visto una squadra, non singoli di qualità che pure ci sono. Ho visto una squadra che giocava bene e che difendeva insieme e bene, la rosa è ampia per risolvere le partite. La cosa che mi ha assicurato è che il presidente è ambizioso, ciò vuol dire che mi darà una squadra di qualità. Così possiamo continuare a divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno gol e fanno di tutto per gestire la gare e avere il possesso palla e fare un gol in più dell’avversario. Lasciatemi il tempo di conoscere i miei giocatori. Quando si parte, si parte a bomba».

«Spero un Garcia con più esperienza. Però devo dire che è un vero piacere tornare in Italia e arrivare a Napoli. Non vedo l’ora di scoprire la città. Ne parlavo con il presidente, il bello del mio mestiere è che incontrare tante persone nuovo. Quindi darò il meglio e lo farò qua».

Per Rudi Garcia, quella del Napoli è una panchina bollente oppure lo stimola?

«Qualsiasi allenatore si siede sulla panchina del Napoli sa che il compito è difficile e alto. Quando ha vinto lo scudetto per fare bene devi ripeterti. A parte che i giocatori devono dare ancora di più. Io non rivoluziono tutto, vediamo se la squadra somiglia a quella dell’anno scorso. Se così non cambio tante cose, ma non rinuncio a mettere il mio tocco. Ho fatto al Lille con il 4-3-3, secondo posto con la Roma e il 4-3-3. Dopo ho usato anche altri moduli. Un allenatore si deve adeguare alla rosa, sembra che il 4-3-3 va come un guanto a questo Napoli. Ma oggi si fanno delle analisi, anche video. La squadra deve anche saper cambiare modulo durante la partita. I miei giocatori devono avere una cultura tattica per sorprendere l’avversario. C’è del lavoro da fare, sapendo che la base è il 4-3-3. Io voglio giocatori intelligenti».

«Non si deve toccare la voglia. Se sono motivati come me, saremo una squadra tosta, che lotta. Dobbiamo stare attenti sul piano psicologico. Quando hai vinto ti puoi addormentare un po’ ma io metterò la sveglia a tutti e li farò crescere. Ci sono giovani che possono dare molto. Io lo farò lavorando qua e quindi io so solo lavorare con il mio staff e fare in modo che la squadra sia competitiva».

«Anguissa l’ho fatto esordire io. Sono molto contento di ritrovarlo, lui ha fatto un salto di qualità da quando è uscito dal Marsiglia. L’ultima partita che abbiamo fatto insieme penso sia la finale di Europa League. È andato in Inghilterra, è andato in Spagna e con questa stagione ha dimostrato di essere importante, anche nello spogliatoio. Lui sa che sarò ancora più esigente con lui, può ancora migliorare».

Come è cambiato il calcio italiano negli anni secondo Rudi Garcia:

«Quest’anno le finali di Champions, di Europa e di Conference avevano una squadra italiana. Il calcio italiano è tornato in alto in Europa e nel mondo. Speriamo di portare in alto in Europa i colori del Napoli. Io non ho avuto particolari domande da fare al presidente. Ho sposato il progetto sportivo, perché io volevo essere sicuro che il presidente voleva ancora vincere trofei e avere una squadra competitiva il resto non è stato importante e non ho avuto bisogno di fare domanda al presidente. Sono nel calcio da un po’ di tempo, potrebbe andare via un giocatore con un’offerta irrinunciabile. Ma non ci sono giocatori insostituibili. Ho fiducia nella squadra di mercato. L’anno scorso alcuni giocatori hanno fatto benissimo e quasi nessuno li conosceva tranne la squadra mercato del Napoli».

«La cosa migliore per parlare di un’allenatore sono i giocatori. Balzaretti è un uomo di qualità e ha una bella anima. Anche lo spirito di squadra è molto importante. Spero di trovare un gruppo, ma ne sono sicuro, unito che ha fede e ha voglia di vincere. Questa cosa la devo tenere sul fuoco e tenerla viva. Lo spirito di gruppo e la voglia di vincere ti fanno scalare montagne».

Rudi Garcia su Spalletti:

«Questo è l’occhiolino del destino. Sono stato sostituito da Spalletti a Roma e ora arrivo dopo di lui qua a Napoli. Giocatori come Gervinho ci sono già in rosa. Mi prendo il tempo di scoprire gli uomini dietro ai giocatori. Quando li alleni ne sai di più su di loro. Così saprò su che tasto spingere per motivare ognuno di loro. Il talento c’è, stiamo già lavorando sulla squadra. Vediamo chi rimane e chi potrebbe andare via e vediamo come migliorare la squadra. Sono bei ricordi quelli alla Roma, ora è importante iniziare a lavorare qua a Napoli».

«Partendo da una cosa ovvia che ogni singolo 11 che inizia è importante. Per me il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo, anche la forza della squadra che ha vinto lo scudetto è stata il centrocampo. Non voglio parlare dei singoli, ci sono giocatori forti che, anche da quando ci sono cinque cambi, danno all’allenatore la possibilità di incidere sulla tattica e avere soluzioni dalla panchina molto importanti. Vero che Lobotka è un giocatore fantastico, mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano, che tengono palla e che difendono subito quando l’avversario la recupera. Su questo ho visto sempre 11 giocatori che correvano. Ci sono tante squadre dove c’è la superstar che lavora meno senza palla e poi si ha problemi di compattezza. Il bello di questo Napoli è che ognuno corre. Il mio compito è continuare a farli correre sempre, con la palla e senza».

Sulla comunicazione di Rudi Garcia:

«Rispondo con i valori, io ho dei valori e questa squadra li deve mettere in campo. Umiltà, ambizione e lavoro. Ci sarà il talento che può fare la differenza però si gioca in 11 e la rosa è di 25. Ogni giocatore è molto importante. Ci sono i big, che in Italia piacciano tanto. Ma il giovane che arriva è molto importante per fa sì di avere questa voglia di essere della squadra del Napoli. Creare senso di appartenenza è molto importante perché nel calcio attuale non ci sono tanti giocatori che crescono e rimangono nel club di origine. Per me sono sempre importante la maglia che vesti e lo stemma sul cuore».

«Non sono solo le bandiere importanti. Il cuore del tifoso del Napoli e di Napoli è orgoglioso. Aggiungere il senso di appartenenza può aiutare. Io sono venuto a giocare al Maradona, all’epoca San Paolo. Difficile giocare a Napoli, il tifo spinge la squadra e influisce sul risultato».

La pressione della piazza caricano Rudi Garcia:

«Ovviamente, spero che per i giocatori sia lo stesso. Sarà molto bello portare in giro per l’Italia quella maglia da campioni. Il mio compito è di essere all’altezza di questo».

«Già nel club ci sono persone di qualità nello staff. Ho lavorato a Roma con l’analista dei video. Porto con me tre assistenti. Lo staff oggi è molto importante, io sono uno che pensa che siamo più forti insieme anche se l’esperienza ovviamente ce l’ho io e la guida è mia ma lo staff è molto importante. Sono sicuro che faremo un bel lavoro, deve essere finalizzato al risultato positivo. Punteremo ad avere risultati, questo è sicuro».

ilnapolista © riproduzione riservata