Al Fatto: “il copione è lo stesso del 2006: presa di distanza dal reo e caccia al miglior patteggiamento possibile. Ci penserà l’Uefa a tenerli fuori dall’Europa”

Paolo Ziliani sul Fatto quotidiano scrive della Juventus e soprattutto del ruolo di John Elkann che sta separando i destini della Juventus da quelli di Andrea Agnelli.
A 17 anni dall’estate di Calciopoli, la Juve rivive il suo “anno della marmotta”. Se nel 2006 John Elkann mise al bando i ricercati e poi condannati Moggi e Giraudo inventandosi il primo patteggiamento della storia del calcio, oggi la scena è la stessa.
Unica differenza: Elkann sta usando i guanti bianchi perché l’agnello sacrificale si chiama oggi, ironia del nome, Agnelli, l’odiamato cugino Andrea fatto sparire dal Cda non solo di Juventus, ma anche di Stellantis ed Exor. Ma il copione è lo stesso: presa di distanza dal reo e caccia al miglior patteggiamento possibile. Che col robusto aiuto del Palazzo del calcio (vedi sentenza di ieri, col processo del -15 che andrà rifatto) mira a concretizzarsi in sanzione di semplice esclusione dalle Coppe. Come dire nessuna pena visto che a togliere la Juve dall’Europa per 2 o 3 anni penserà comunque la Uefa.
L’unico a pagare, le mani ancora sporche di marmellata, sarà Agnelli: alla bocciofila della Continassa Moggi e Giraudo lo aspettano.