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De Laurentiis: «Nel mio cuore Napoli rappresenta un’apertura verso l’ipocrisia e le regole stupide»

A Canale 5: «Napoli sta vivendo un rinascimento. Sono un tifoso silenzioso, attentissimo a cosa succede sul campo. Per questo motivo sono capace di mordermi la lingua»

De Laurentiis: «Nel mio cuore Napoli rappresenta un’apertura verso l’ipocrisia e le regole stupide»
Db Torino 23/09/2018 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis è stato intervistato ai microfoni di Canale 5 in vista del match di martedì contro il Milan in Champions. All’andata a San Siro, il Napoli ha perso ma a dimostrato di saper dire la sua anche in inferiorità numerica. Adesso il presidente azzurro ha parlato in uno speciale che presenterà la città:

«Abbiamo due squadre, non solo una. E con un maestro come Spalletti la garanzia è assoluta, sarà una bellissima partita di sicuro. Non mi dispiacerebbe fare la storia del calcio: i napoletani lo meritano, aspettano da 33 anni. Epoca Maradona? Ogni momento nella storia è diverso. Oggi il calcio è un’altra cosa rispetto all’epoca Maradoniana».

Sulla costruzione della squadra:

«Siamo fieri di aver costruito una squadra che vale come squadra, come gruppo e questo farà la differenza anche nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League. Sono un tifoso silenzioso perché attentissimo a quello che succede sul campo. E per questo motivo sono capace di mordermi la lingua».

Come vede il presidente De Laurentiis il suo Napoli?

«Nel mio cuore Napoli rappresenta un’apertura verso l’ipocrisia e le regole stupide: è un segno di libertà fatta di grandissima fantasia. Basta dare un’occhiata al cinema, alle serie tv, alla musica: Napoli sta vivendo un rinascimento nel quale è la città ad essere sempre protagonista. Stranieri e americani stanno tornando con grandi numeri e credo proprio che la città avrà bisogno di creare un comitato che sappia organizzare e ricevere le persone che vengono da fuori. E mi riferisco non solo agli stranieri, ma anche ai turisti italiani che vengono da altre città».

 

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