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Paire è uscito dal tunnel: «Ero spettrale, ora sto tornando me stesso ed è bellissimo»

Il francese che si autodistruggeva durante la pandemia, è tornato a vincere: “Ora la mia testa sta bene, mi sento bene nel mio corpo, sono di nuovo felice”

Paire è uscito dal tunnel: «Ero spettrale, ora sto tornando me stesso ed è bellissimo»

Sprazzi di vero Benoit Paire. Non quel tipo “spettrale” (la definizione è sua) che si aggirava per i tornei del mondo perdendo tutti i primi turni che poteva. Non quel tennista dal talento immenso che in pandemia aveva deciso di autodistruggersi rastrellando gettoni di presenza e brutte figure. L’ex numero 18 al mondo sta tornando. Ha vinto un Challenger a Puerto Vallarta, e ora s’è qualificato per il tabellone principale del Masters 1000 di Miami battendo Kokkinakis, non proprio uno qualunque. La notizia non è tanto che Paire vince, è che pare felice.

Il fatto di aver vinto qualche partita, di aver preso un po’ di fiduciaracconta a L’Equipe che l’ha intervistatomi sento di nuovo me stesso in campo. So che il mio livello di gioco non era sparito, dovevo solo rimettere la testa a posto, ritrovare un po’ di fiducia e un po’ di fisicità, cosa che ho fatto nelle ultime settimane”.

“È una questione di fiducia ma anche di sentirsi meglio nel proprio corpo, nella propria pelle. Soprattutto trovare il piacere di stare su un campo da tennis, è qualcosa che avevo perso e che è molto molto importante per me. Per ritrovare questa voglia, la voglia di vincere e soprattutto mi sento bene nelle gambe visto che la testa sta meglio, il corpo reagisce bene. Negli ultimi anni è stato molto duro nella mia testa e improvvisamente il mio corpo ha rifiutato il tennis: non avevo gambe, nessuna voglia di muovermi, nessuna voglia di fare sforzi. Il fatto di vincere le partite, la testa sta di nuovo meglio, il fatto di rifare gli sforzi, di prestare un po’ più di attenzione a quello che faccio fuori dal campo, e i risultati sono arrivati ​​subito. Sono stato fortunato ma non è stato facile tornare a quel livello e fare partite di quella qualità”.

Paire ha la consapevolezza che “il mio tennis è lì. È il fatto che mi sento bene con la testa. Tutto torna alla normalità. Per due o tre anni non sono stato davvero io in campo, era un Benoit Paire piuttosto spettrale. Non avevo niente che funzionasse. Niente funzionava più. Facevo affidamento su un buon servizio, un buon rovescio, muovendomi bene e negli ultimi due o tre anni è stato il contrario”.

“È stato un periodo difficile e oggi ho rimesso a posto tutto quello che sapevo fare da quando gioco a tennis, per 13 anni sono stato nei migliori 100”.

Dice che non ha mai pensato di smettere: “Facevo delle pause si perché sentivo che la mia testa non andava bene. Non tutto è ancora tornato. Sì sto avendo buoni risultati, ho vinto un Challenger, mi sono qualificato per un Masters 1000 ma ero 18esimo al mondo quindi per me ci sono ancora tanti passi da fare per poter dire che sono davvero tornato”.

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