«Quando Spalletti allenava l’Inter disse che Lautaro sarebbe diventato un top. Aveva ragione»

Su Sportweek uno speciale dedicato all'attaccante nerazzurro con le voci degli ex Inter. Bergomi: «Una volta se non segnava si intristiva, oggi non più».

lautaro inter city Inter-Monza

Mg Milano 05/02/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Lautaro Martinez

Sportweek, settimanale della Gazzetta dello Sport, dedica ampio spazio all’attaccante dell’Inter, Lautaro. Nella formazione nerazzurra l’argentino è ormai diventato una guida tecnica e spirituale per i compagni, un leader. Su di lui si esprimono alcuni grandi ex nerazzurri, come Bergomi.

«È diventato il leader tecnico ed emotivo della squadra. Mi sembra ormai un giocatore maturo. Non sorride tanto, ma neanch’io lo facevo. Però si vede che ha un atteggiamento positivo, che gli viene riconosciuto dalla gente e, quel che più conta, dai compagni. Leader per me è quello che ha la capacità di attrarre a sé le persone, e Lautaro ha questa capacità. In campo dà l’esempio: se c’è da fare una corsa in più all’indietro non si risparmia, con Dzeko gioca in un modo e con Lukaku in un altro, dimostrando capacità di adattamento e, dunque, umiltà. In passato si intristiva quando non segnava per un lungo periodo. Oggi invece è sempre dentro alla partita. Non so se questo dipenda dall’essere diventato campione del mondo con la sua Argentina, dalla consapevolezza, acquisita dopo cinque anni di Inter, di cosa voglia dire vestire questa maglia oppure dalla paternità».

Zenga riconosce a Spalletti il merito di aver intravisto il valore di Lautaro in tempi non sospetti.

«Io mi limito a dire che, in campo, Lautaro è oggi l’interprete in campo più rappresentativo di questa Inter. Un giorno Luciano Spalletti, all’epoca allenatore interista, mi disse che Lautaro sarebbe diventato un top. Aveva ragione».

Beccalossi parla dell’essere leader di Lautaro.

«Lautaro è certamente un fuoriclasse ed è anche un leader: nel modo di fare, di giocare, di trasmettere energia ai compagni. È un trascinatore. Se poi per leader intendiamo uno che parla, allora no, non mi pare che l’argentino sia uno che parla tanto. Più che con la bocca, lui parla coi fatti. È un leader silenzioso, e sono quelli più importanti. Non lo vedi mai gesticolare in campo. Io, quelli che lo fanno, non li sopporto: sembrano comandare, ma poi ti accorgi che in realtà non contano nulla».

Gli ex Inter parlano di come è cambiato il ruolo di leader, nel tempo, nel calcio. Bergomi:

«Non credo che sia cambiata la maniera di essere leader rispetto a trent’anni fa, anche se adesso, pure in ambiti diversi dal calcio, si confonde la leadership con la propensione a spararla grossa e a non farsi problemi nel criticare gli altri. Prima ancora, si pensa che basti il talento per essere un leader. Invece il talento non va mai disgiunto dall’educazione».

 

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