Al CorSera la dt della ritmica: «Anna Basta? Il suo problema non erano i chili, ma la tecnica. Vinciamo da vent’anni, i genitori mi chiedono di restare».

Il Corriere della Sera intervista la direttrice tecnica delle Farfalle, Emanuela Maccarani. La Procura della Federginnastica l’ha deferita per lo scandalo della ginnastica ritmica.
«L’opinione pubblica mi vede come la cattiva della storia: come può la Federginnastica, a questo punto, non mandarmi via? Ma chi mi conosce, sa chi sono».
Alla Maccarani viene chiesto come ha reagito alle accuse delle tre ginnaste da cui è partito lo scandalo Farfalle: Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa. Risponde parlando di una regia mediatica dietro le denunce.
«Non trovo un senso ma capisco che c’è una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo. Ho letto frasi identiche nello scandalo della ginnastica in Svizzera e negli Usa: maialino, sei grassa… Frasi che io non ho mai pronunciato. Vedo una regia mediatica, ora tocca alla ritmica. Ed è giustissimo occuparsene, lo stavo già facendo sotto la mia direzione tecnica».
Le chiedono se può aver riprodotto inconsciamente, con le sue allieve, atteggiamenti vessatori vissuti quando era un’atleta. Lo esclude, dice di non essere «stata vessata in alcun modo». «Alla Nazionale si arriva con un percorso e rispettando dei canoni: lo sport è per tutti, l’alto livello no».
E il malessere diffuso raccontato in queste settimane? La Maccarani:
«Se i risultati li otteniamo e si ripetono nel tempo con ginnaste diverse, c’è un benessere. Poi ci può stare che una non arriva alle Olimpiadi».
È successo ad Anna Basta.
«Anna se n’è andata a maggio 2020, nessuno si era accorto del suo disagio. Il problema non erano i chili, era la
tecnica. Le Olimpiadi si fanno in 5 e lei era la sesta. Le ho detto: vai a casa, centrati, ci risentiamo. È sparita. Ma non è il fallimento di nessuno. Anna non voleva più la ginnastica e si è portata dietro il conflitto in famiglia. Le serviva un alibi: non essere stata capita».
A Desio avete l’ossessione del peso? Maccarani:
«C’è un sistema, nessuna ossessione. Il peso è una metodica come in tanti altri sport. Dal 2019, poi, con l’arrivo del dietista, molto è cambiato: la pesa non si fa quasi più, le ragazze mangiano da sole: lavorano 7-8 ore al giorno, se non mangiassero sarebbe un problema».
La Maccarani continua:
«Non è mai esistito un rito collettivo, lo facevano le mie assistenti tutte le mattine, certo non io. Le ragazze si cambiavano in spogliatoio e si pesavano prima di indossare la divisa. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, sarei venuta a saperlo: nel 2011 ho allontanato un’allenatrice che stava troppo addosso alle ginnaste. Se con Olga Tishina ci fosse un malessere, lo saprei. Non c’è».
Lei, Maccarani, ha mai usato modi duri o parole troppo dirette negli allenamenti?
«Dipende dal momento e dal contesto ma solo con riguardo agli aspetti tecnici. Certamente in quasi trent’anni qualche errore l’avrò commesso. Se mi fossi comportata male, i genitori me l’avrebbero detto. E invece mi chiedono tutti di restare».
Se non ha niente da rimproverarsi, come si spiega le accuse?
«Arrivano tutte da ginnaste che non hanno fatto le Olimpiadi, guarda caso. Galtarossa, quella dell’”abbiamo un maialino in squadra”, nel 2013 è diventata mia assistente: la pesa fino a Rio la faceva lei. Certo che può essere successo che duecento bambine in tutto il Paese abbiano avuto la percezione di essere state maltrattate, ma l’accademia di Desio cosa c’entra? Non posso rispondere per tutta Italia».
La Maccarani è convinta che la manderanno via anche se non arriveranno rinvio a giudizio né condanna. Le chiedono: e se le lasciassero la guida della Nazionale e le togliessero la direzione tecnica?
«Però mi devono spiegare perché: cosa ho fatto? E a chi? A quel punto sentiranno la mia risposta. C’è una scuola, c’è un metodo, vinciamo da vent’anni. Non è per niente banale. Se le emozioni le tiri fuori, le provi. Io non ho mai maltrattato nessuno. La ritmica è uno stato d’animo. Le ginnaste azzurre sono belle, leggiadre, armoniose. Impossibile fingere».