Ginnastica ritmica, Maccarani rischia di essere estromessa dalla Nazionale

Dopo il deferimento per abusi sulle ginnaste. Il presidente della federazione tace. Lei è alla guida della Nazionale dal 1996

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Gc Milano 17/04/2012 - conferenza stampa Sky 'Meno 100 giorni alle Olimpiadi' / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Emanuela Maccarani-Romina Laurito-Andreea Stefanescu-Angelica-Saurayuk-Marta Pagnini-Elisa Santoni

Ginnastica ritmica, è un terremoto il deferimento di Emanuela Maccarani direttrice tecnica della Nazionale e della sua assistente Olga Tishina, per gli abusi a Desio delle atlete.

Come ricorda Repubblica (che ha scoperchiato tutto con le prime interviste alle ginnaste)

Maccarani e Tishina, indagate penalmente anche dalla Procura di Monza per quanto accaduto a Desio, sono accusate di aver adottato «metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici».

In caso di deferimento, il Tribunale federale deciderà per l’assoluzione o la condanna, che può essere di quattro tipologie: ammonizione, ammenda, sospensione (da 15 giorni a 2 anni) o radiazione.

Ora bisognerà stabilire se Maccarani potrà rimanere alla guida della nazionale. Ricopre quest’incarico dal 1996: è anche la rappresentante in Giunta Coni di tutti i tecnici federali.

Ricorda Repubblica che

nonostante il mandato da direttrice tecnica della Farfalle duri il quadriennio olimpico, il contratto per motivi di bilancio viene firmato di anno in anno. Ma la doppia inchiesta in corso può spingere il presidente Tecchi, che non ha commentato il deferimento, ad annullare il rinnovo. Il tema sarà all’ordine del giorno del Consiglio federale straordinario del 12 gennaio, che si preannuncia infuocato: gli animi in Viale Tiziano sono tesi, tra chi spera in un cambio netto del movimento e chi invece non vorrebbe disperdere il patrimonio tecnico rappresentato da Maccarani in vista delle qualificazioni alle Olimpiadi del 2024. Di sicuro, con queste accuse comincia a perdere i pezzi un sistema che, per il presidente del Coni Malagò, era «il fiore all’occhiello del novimento sportivo italiano».

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