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Anche nel 2015-16 la Juve rimontò sul Napoli, ma allora era nettamente superiore, oggi no (Gazzetta)

In otto turni la Juve è passata dall’8° al 2° posto. Anche sette anni fa iniziò la striscia a -10 dal Napoli, ma Spalletti va più veloce di Sarri

Anche nel 2015-16 la Juve rimontò sul Napoli, ma allora era nettamente superiore, oggi no (Gazzetta)
Db Torino 06/11/2022 - campionato di calcio serie A / Juventus-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

Anche nel 2015-16 la Juve rimontò sul Napoli, ma allora era nettamente superiore, oggi no (Gazzetta)

In otto partite, la Juventus di Massimiliano Allegri è passata dall’ottavo al secondo posto, guadagnando punti importanti su tutte le avversarie in classifica, un po’ meno con il Napoli.

“Ci sarebbero tutte le caratteristiche per parlare di rimonta, visto che nelle ultime otto giornate i bianconeri hanno
staccato l’Inter di 5 punti, il Milan di 7, la Roma di 12, la Lazio di 13. Solo che il Napoli, ossia la vera squadra da rimontare, non si è mostrata molto disponibile: appena 3 le lunghezze recuperate da Allegri a Spalletti e così i 7
punti di distacco restano un discreto muro da scalare”.

La Gazzetta dello Sport mette a confronto la rimonta di quest’anno della Juve con quella di sette anni fa, nella stagione 2015-16, quando pure Allegri riuscì a scalare posizioni nei confronti del Napoli, allora nelle mani di Maurizio Sarri.

“Nel 2015-16 il grande rivale fu proprio il Napoli e curiosamente il distacco era praticamente lo stesso: 10 punti al 10° turno nel 2015 (e 11 dalla Roma capolista), 10 anche in questa stagione dopo 9 giornate”.

“Buffon festeggiò il record di imbattibilità (973’) e il Napoli non riuscì a tenere l’incredibile ritmo imposto dai bianconeri: 15 vittorie consecutive, poi un pareggio, altri 10 successi e un bilancio di 27 vittorie, un pari e una sconfitta nelle ultime 29 partite. Il Napoli mantenne due punti di vantaggio a fine andata, restò davanti fino allo
scontro diretto del 25° turno che giocò alla pari, ma il gol di Zaza fu la sentenza. Il campo sembrava in discesa per una Juve troppo più forte non solo di quel Napoli, ma anche di tutti gli avversari: scudetto vinto con tre giornate di
anticipo e 9 punti di margine alla fine”.

Ora però la situazione è diversa. Il Napoli di Sarri era diverso da quello di Spalletti.

“Quella netta superiorità tecnica (per dire: la Juve fu finalista di Champions la stagione precedente e quella seguente) adesso non c’è nonostante Spalletti abbia scaramanticamente detto domenica che Allegri ha la squadra più forte. Probabilmente è vero che la rosa bianconera sia la più lunga e competitiva, ma è un discorso puramente teorico perché Pogba non si è mai visto, Chiesa poco, Di Maria pure e tanti altri giocatori sono stati o sono tuttora fuori per infortunio. Con le prime 8 vittorie di fila, nel 2015-16 Allegri rubò a Sarri ben 8 punti, quest’anno a Spalletti ne ha portati via solo 3: la grande differenza, almeno per adesso, è il rendimento del Napoli. Ecco perché è particolarmente importante lo scontro diretto di venerdì: una vittoria bianconera potrebbe minare le certezze della capolista, che ha reagito da grande squadra alla prima sconfitta stagionale rimediata contro l’Inter”.

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