A La Stampa: «Vengo da una famiglia granata, ma ho da sempre la fissa del gioco a prescindere dalle maglie. Faccio il tifo per il bel gioco».

Su La Stampa un’intervista a Umberto Tozzi in occasione dell’apertura della sua torunée invernale in Italia. L’intervista ci presenta un Tozzi abbastanza inedito, che parla di sport, dal calcio al tennis. Con una menzione anche per il Napoli di Luciano Spalletti. Tozzi è una colonna storica della Nazionale cantanti. Parla del Mondiale in Qatar.
«Sto guardando tutte le partite che posso, non mi sono fatto condizionare dalle polemiche perché penso che il mondo abbia problemi ben più gravi da affrontare di questi tempi. Il primo sentimento è l’amarezza, il cuore continua a soffrire per l’assenza alla competizione dell’Italia. Non tifo neppure per la Francia, benché ci viva da tanti anni. Ma del resto non ho mai avuto un club del cuore. Io faccio il tifo per il bel gioco, chiunque lo pratichi, per questo mi diverte il calcio inglese. Ai Mondiali comunque non mi dispiacerebbe saltasse fuori una sorpresa».
Un tempo si diceva che Tozzi tifasse Torino. Lui spiega:
«La voce del mio essere torinista girava perché arrivo da una famiglia granata, così mi trovai iscritto d’ufficio al registro dei tifosi. In realtà già da ragazzo avevo la fissa del gioco a prescindere dalle maglie. È il motivo per cui quest’anno mi piacerebbe che vincesse lo scudetto il Napoli, è la squadra che gioca meglio».
A Tozzi viene chiesto se ha seguito le Atp Finals di Torino.
«Non sono molto attratto dal tennis, ma pur vivendo all’estero mi sono reso conto dell’impatto promozionale che hanno portato alla città, sentivo con piacere che si parlava di Torino dappertutto».