Marchetti: «Scaloni alla Lazio aveva una visione di gioco pazzesca: stra-intelligente»
Alla Gazzetta: «Blessin l’allenatore più scarso, falso e presuntuoso mai avuto. Il Mondiale 2010 il punto più alto»

Argentina's coach Lionel Scaloni follows the action from the sidelines during the Qatar 2022 World Cup Group C football match between Argentina and Mexico at the Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on November 26, 2022. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)
L’ex portiere della Lazio, Federico Marchetti, ha rilasciato un’interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. Un pensiero al ritiro guardando alla carriera di un’estremo difensore alla soglia dei 40 anni.
«Sto tenendo duro, mi sto allenando bene e se entro i primi di febbraio non arriva una proposta interessante, basta. È da un po’ che facendo il secondo ho iniziato a vedere il calcio con una prospettiva diversa: mi piacerebbe allenare, il patentino Uefa B l’ho preso durante il Covid. Vorrei farmi le ossa partendo dalla Serie D»
Vent’anni di carriera da professionista, forse 21. Da dove vuole partire?
Dalla fine, il periodo meno gratificante a livello personale. Ero andato al Genoa per giocare dopo un anno fuori rosa alla Lazio, ma a posteriori mi sono accorto che il progetto era valorizzare Radu”.
Negli ultimi giorni ha accusato l’ex tecnico del Genoa, Blessin, di essere “l’allenatore più scarso, falso e presuntuoso mai avuto”. Perché?
“Riguardo al mio sfogo verso Blessin aggiungo solo che lui ha cancellato da Instagram il post, nulla di nuovo. Sia Blessin che la società sapevano chiaramente cosa pensassi di lui”.
Lazio: anni stupendi, ma alla fine viene messo fuori rosa. Perché?
Problemini fisici e situazioni extra-calcio hanno contribuito a dar spazio a Strakosha, che si è fatto trovare pronto. Una volta recuperato, la società mi ha detto di trovarmi un’altra sistemazione per l’anno successivo. Con la Lazio ho vissuto sei anni speciali nonostante periodi poco felici come l’esonero di Pioli dopo la qualificazione in Champions o quello di Petkovic dopo la vittoria della Coppa Italia.
Al Mondiale 2010 si ritrova titolare a sorpresa (Buffon si infortunò all’esordio, ndr).
“Il punto più alto. Non è stata una spedizione fortunata ma resta un’esperienza unica che mi porterò dentro per sempre”.
Alla Lazio ha condiviso lo spogliatoio con Scaloni, oggi in finale Mondiale da c.t. dell’Argentina. Com’era?
“Un giocatore forte, arrivato alla Lazio negli ultimi anni di carriera. A livello fisico era meno performante ma aveva una visione di gioco pazzesca e una grandissima tecnica: stra-intelligente. Quando entrava in campo dalla panchina si faceva sentire, aveva già attitudini da tecnico e spero riesca nella missione che gli argentini inseguono da una vita”.