ilNapolista

È il Mondiale di Messi ma anche quello di Adani

Nell’evento che più incarna “Sottomissione” di Houellebecq, c’è un protagonista assoluto sul campo e uno nel recinto di casa nostra. Entrambi hanno vinto

È il Mondiale di Messi ma anche quello di Adani
Argentina's forward #10 Lionel Messi celebrates after defeating Croatia 3-0 in the Qatar 2022 World Cup football semi-final match between Argentina and Croatia at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 13, 2022. (Photo by JUAN MABROMATA / AFP)

Bisogna fare i conti con la realtà. E la realtà dei Mondiali esprime inequivocabilmente il suo verdetto: ha vinto Messi, e nel nostro piccolo ha vinto anche Adani. Il verdetto è lì stampato nel cielo come le frasi di Fantozzi. Piaccia o meno. Cominciamo col dire che i Mondiali sono per distacco il più importante appuntamento calcistico del pianeta. Chi snobba la Coppa del Mondo perché vuole tornare alla modesta Serie A, ricorda quelli che si facevano fare la carta d’identità non valida per l’espatrio: tra le mura di casa nostra vita natural durante, non sia mai dovessimo imbatterci in qualcosa di diverso da noi. È a dir poco mortificante notare come i riflettori del pianeta calcio siano tutti su Doha mentre in Italia il dibattito è incentrato sul calcio che deve pagare le tasse a rate e senza interessi, spalleggiato da quelli che sono i grandi quotidiani italiani.

Questi Mondiali in Qatar hanno avuto e hanno tantissime chiavi di lettura. Una che non abbiamo affrontato, e che magari affronteremo, è che sono l’esempio più efficace di trasposizione del romanzo di Houellebecq che gettò l’Occidente nell’inquietudine: “Sottomissione”. Romanzo che prefigurava il passaggio al dominio islamico in Francia. Un passaggio in qualche modo dolce, favorito dalla gauche (in Francia gli intellettuali sono ancora scomodi, canaglie, non alla ricerca di like o di un palco nel club dei carini). Houellebecq fu ancora più urticante: non ne fece solo una questione di soldi, come sta avvenendo in Qatar, con l’Occidente che ha messo da parte i propri valori. Lì il potere musulmano si prese la cultura, la Sorbona, oltre al potere politico. E lo fece sfruttando anche le debolezze del maschio occidentale. Libro semplicemente enorme.

Più terra terra, restando al terreno di gioco e a chi lo commenta, è stato ed è il Mondiale di Messi e Adani. Lionel Messi sta giocando un Mondiale come non aveva mai fatto. Era sempre parso il coniglio bagnato di agnelliana memoria. Forse ha ragione chi sostiene che la morte di Maradona lo abbia liberato da una pressione per lui ingestibile. Sta di fatto che non era mai stato così decisivo con la Nazionale. Sì lo scorso anno vinsero la Copa America ma i Mondiali sono un altro sport. È stato decisivo come un fuoriclasse deve essere. E lo è stato nei momenti chiave. Ha superato i momenti difficili, la sconfitta con l’Arabia Saudita, il rigore sbagliato, ha persino mostrato un volto per lui inedito, quello dell’attaccabrighe. È il suo Mondiale, fin qui lo è stato. L’Argentina arriva in finale con uno stato d’animo decisamente diverso rispetto a quello del 2014 dove pure se la giocò e si divorò, con Higuain, un’occasione che segnò la carriera di Gonzalo.

Nel più modesto recinto italiano, è stato ed è il Mondiale di Adani: si è rivelato una scelta azzeccata da parte della Rai e della sua direttrice Alessandra De Stefano. Che si sarebbe agganciata a qualsiasi cosa pur di liberarsi dall’asfittico clima paludato della tv pubblica. Adani ha capito, o ha sempre saputo, che l’importante è esagerare. Un po’ pensa quello che dice, un po’ ci marcia. In ogni caso, funziona. E meglio le tirate su Messi che quelle su Allegri. Qualcuno, magari, toglierà l’audio. Qualcun altro, però, si sintonizzerà solo per ascoltare i suoi sermoni. Nel 2006, l’audience Rai fu enormemente superiore a quella di Sky eppure di quei Mondiali sono rimaste le enfatiche frasi di Caressa non certo le compassate telecronache della tv di Stato. Sedici anni dopo, qualcuno in Rai ha capito. Perché lamentarsene? Domenica sera si vedrà Messi, forse contro Mbappé, ma si ascolterà anche Adani che commenta Messi. Piaccia o no, è così. E per una volta la tv di Stato ha intercettato un fenomeno. Ci pare una notizia non secondaria all’emancipazione di Messi.

ilnapolista © riproduzione riservata