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Sacchi: Spalletti è stato bravo, nel suo Napoli tutti sanno cosa devono fare

Sulla Gazzetta. I meccanismi del Napoli sono collaudati: ci sono undici giocatori sempre in posizione attiva. Ma la mentalità vincente viene dall’ambiente

Sacchi: Spalletti è stato bravo, nel suo Napoli tutti sanno cosa devono fare
Mg Cremona 09/10/2022 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Sulla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi commenta le prestazioni di Napoli, Inter e Milan in Champions. Del Milan elogia lo spirito di squadra. “Nessuno si è tirato indietro, tutti hanno lottato, anche Leao”, scrive, ma aggiunge che alla squadra di Pioli “serve una maggiore compattezza”.

La squadra che però lo ha stupito di più è il Napoli.

Gioca il calcio migliore d’Italia, e di gran lunga. I ragazzi di Spalletti sono andati ad Anfield, nella tana del Liverpool, senza paure e il risultato è bugiardo. Gli inglesi, per vincere, hanno dovuto mettere in campo tutta la loro storia, le loro qualità e la loro forza fisica. Il Napoli, in questa prima parte di stagione, sta dimostrando a tutti che il miglior antidoto per fermare gli avversari è fare il proprio gioco. Altro che aspettare e ripartire! Spalletti è stato bravissimo a creare una squadra dove ci sono undici giocatori sempre in posizione attiva. Tutti sanno che cosa devono fare, tutti si muovono secondo sincronismi collaudati. Mi auguro che questo spettacolo duri a lungo. Gli azzurri sono un collettivo che ha motivazioni, generosità e chiare idee di gioco. È vero che non posseggono ancora la mentalità vincente, che deriva spesso dall’ambiente e dalla storia: a Napoli hanno fatto fatica a vincere anche quando c’erano Maradona e Careca. Però credo che, restando con i piedi per terra e seguendo la lezione di Spalletti, possano togliersi delle grandi soddisfazioni”.

Sull’Inter:

“Inzaghi è bravo, ma deve dare una sua identità alla squadra e non affidarsi solo al contropiede. L’Inter gioca un
calcio tattico, aspetta l’errore dell’avversario per colpire, ma in Europa questo è un limite. Inoltre, con questa
impostazione, anziché puntare sulla manovra, ci si basa sui grandi giocatori, che costano parecchio e creano non pochi problemi al bilancio”.

Occorre un cambio di registro per andare avanti, scrive Sacchi: “si deve pressare, si deve dominare il campo”.

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