“Era ormai il quinto difensore centrale, e il Camp Nou cominciava a fischiarlo. Ha anticipato la fine per chiudere bene”
Perché proprio ora? Perché Gerard Piqué ha deciso di lasciare il calcio così all’improvviso? Prova a rispondere il Mundo Deportivo, per punti. Perché la fine della carriera agonistica del difensore centrale del Barça non è “solo” un addio.
Tanto per cominciare Piqué non era più titolare con Xavi. Aveva Christensen, Koundé, Eric Garcia e Araujo, davanti nelle gerarchie blaugrana. Ma il dato tecnico è molto laterale, spiega il quotidiano catalano. Piqué “ha concluso la stagione con un paio di episodi molto complicati. Da un lato, alcuni suoi audio con Luis Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola, non lo hanno lasciato messo in una buona posizione. Dall’altro, la sua separazione da Shakira è stata affrettata, il che ha portato a un tiro alla fune legale molto intenso. Senza dimenticare che Gerard ha due bambini piccoli”.
C’entra anche l’Inter. Contro i nerazzurri ha giocato male. Dando il senso di non essere più centrato. E’ sempre stato un idolo per i tifosi del Barça, per 15 stagioni. Ma ultimamente il legame andava lacerandosi. Hanno cominciato a fischiarlo. “Piqué ritiene che le parole del presidente Laporta nell’ultima assemblea, dove alludeva a giocatori che non avevano voluto abbassarsi lo stipendio, abbiano generato un rifiuto della sua figura”.
“Piqué ha chiuso la scorsa stagione con problemi fisici. Problemi agli adduttori che avevano bisogno di riposo. E nonostante il difensore centrale si stesse riprendendo, c’era la possibilità che questi disagi si manifestassero ciclicamente. Xavi ha detto a Piqué che per questa stagione la sua importanza sarebbe diminuita. Lui ha detto alla squadra che se non ce l’avrebbe fatta a competere, se ne sarebbe andato perché non voleva lasciare il Barça come panchinaro. Non ci è riuscito e ora ha deciso che la cosa migliore era finirla così.
Piqué insomma voleva andarsene “bene dal Barça. Le sue ultime partite, i fischi dei tifosi e l’episodio del Mestalla (era in panchina senza calzini e scarpette) non lo hanno messo in buona luce. Lasciare adesso, accettare il suo crepuscolo, era la cosa migliore”.