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Nel calcio di oggi vince chi ha più amici al Var

Elogi torrenziali per la Juve che batte l’Empoli e balza dall’ottavo posto all’ottavo posto. Mourinho sa di essere categoria inferiore e si adegua

Nel calcio di oggi vince chi ha più amici al Var
Db Firenze 22/10/2022 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paolo Valeri

FALLI DA DIETRO – 11° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Fuochi d’artificio al Franchi.

C’è un Lautaro che torna a fare il Toro.
E in 15 minuti confeziona un assist per Barella e il raddoppio dopo aver ubriacato Quarta.

Gli stilnovisti però si riorganizzano e riescono nell’impresa di recuperare due gol.
Poi vanno ancora sotto su un rigore molto contestato per il contrasto di Terracciano su Correa.
Pare che il portiere abbia toccato prima la palla.

Ma al 90° Jovic riporta di nuovo i viola al pareggio che sembra ormai definitivo.

Non è così.
Allo scadere contropiede Suninter, e viola colpevolmente scoperti.

Barella cerca e trova Mkhitaryan.
Interviene Venuti lo sciagurato. Palla che rimbalza sullo stinco armeno e poi alle spalle di Terracciano.

Sfiga allo stato puro.

C’è amarezza a Firenze. Ma nel calcio è in vigore una regola un po’ banale e molto cinica. Vince chi segna di più.

La partita però era stata già decisa al 31°.
Quando Dimarco interviene in ritardo e con brutale violenza su Bonaventura.
Il Var concede solo il rigore. Non il rosso sacrosanto.

Con i nerazzurri in dieci con un’ora da giocare, sarebbe stata un’altra storia.

Ma nel calcio odierno vige un’altra regola anch’essa un po’ banale e molto cinica. Vince chi ha più amici al Var.

Che di solito è una squadra ricca piena di debiti che non si può permettere di rinunciare ai soldi della Champions.

Derby “delle prime volte” a San Siro.
Non solo la prima volta nella storia che si gioca in Serie A questa sorta di “derby del Patonza”, ma anche la prima volta che Silvio e il suo compare Galliani entrano a San Siro da avversari dopo 31 anni e 29 trofei in rossonero.

Ma il Patonza non c’è.
La Fascina ha detto no.
Deve ancora recuperare dopo le fatiche romane passate a sorreggere il marito catorcio, barcollante per la ventesima sbronza da vodka.

Nel rispetto di una recente moda che prevede gli osanna alle vittorie senza opposizioni, l’intera stampa nazionale si spreca in peana per il trionfo ergastolano nientemeno ottenuto allo Stadium contro il Real Empoli davanti a pochi intimi.

Elogi torrenziali per una Juve in netta crescita e sicuramente ancora in corsa – non si sa bene per cosa – dopo una vittoria che la fa volare dall’ottavo posto all’ottavo posto.

Sor Polpetta con l’arma della bellezza ubriaca e stende un Gasp furibondo.

Uno. Massimo due tocchi. Palla a terra. Sempre.
Nessuna incertezza. Nessun dubbio. Linee di passaggio pulite.
I bergamaschi completamente disorientati.

Felipe e il Principe Serghei sontuosi.
Gli aquilotti cancellano dalla vetta la Dea e volano al terzo posto.

Il Derby del Sole.

Mou sa di essere di categoria inferiore.
Imposta la gara con una strategia rivoluzionaria.
Primo non prenderle.

E rinuncia completamente alla possibilità di fare gol.
Lui, che strombazza a destra e a sinistra (se ancora esiste una sinistra) che la sua Roma non è una squadra difensiva.
Infatti, manco un tiro in porta, alla fine.

Fra Cipolla si affida alla pazienza.
E alle verticalizzazioni per Osi Furia, cavallo nero con criniera d’oro.

Pazienza e fiducia nel suo fuoriclasse sono gli ingredienti per una vittoria che proiettano gli azzurri verso obbiettivi che ormai non si possono più nascondere.

Il Napoli è la squadra più in forma d’Europa.
Il Napoli è la squadra che gioca il calcio più bello d’Europa.

L’Europa, già. Quella che oggi applaude il nuovo governo italiano.

Arrivano i mostri.

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