Il Guardian: «Se l’Nba prende sul serio i suoi valori progressisti, Sarver deve andarsene»

«Il comportamento indifendibile di Sarver è stato molto più eclatante della gelosia di Donald Sterling e dei suoi complessi di inferiorità verso i neri»

Sarver phoenix

Si potrebbe dire che il Guardian, a firma Etan Thomas, si iscrive al partito di LeBron James: la punizione a Sarver, il boss di Phoenix multato (per 10 milioni) e sospeso per un anno per aver utilizzato epiteti razzisti nei confronti dei propri dipendenti e per alcuni maltrattamenti alle lavoratrici, non è abbastanza severa.

Donald Sterling fu stato bandito dalla Nba a vita. Quello che ha fatto Robert Sarver dei Phoenix Suns è stato peggio, molto peggio, ma gli è valso una specie di schiaffetto sul polso. Ci si aspettava qualcosa di diverso.

Il Guardian spiega la posizione di Adam Silver, commissario Nba. Che ritiene che la situazione di Sarver non sia sovrapponibile a quella di Donald Sterling, che fu radiato dall’Nba. Per quest’ultio, era infatti evidente una «condotta razzista diretta a un gruppo selezionato di persone». Nel caso di Sarver – sebbene resti, a giudizio di Silver, “indifendibile” – le circostanze in cui vengono utilizzate certe parole non le rendono tanto forti da prevedere conseguenze peggiori. Così dichiara il commissario. Lo stesso Sarver rivendica «40 anni di sostegno all’inclusione», e di aver «dedicato tempo e risorse alla lotta per l’uguaglianza e al sostegno delle comunità svantaggiate». È un idea che il Guardian non condivide.

Era lecito aspettarsi tolleranza zero verso il razzismo, il fanatismo, l’odio e la misoginia, come fu nel caso di Sterling, quando l’Nba si affrettò a dichiarare che “sentimenti di questo tipo sono contrari all’inclusione e al rispetto che stanno alla base della nostra lega multiculturale e multietnica”.

Anche perché secondo il Guardian…

…si potrebbe sostenere che il comportamento “indifendibile” di Robert Sarver per quasi due decenni è stato molto più eclatante della registrazione di Donald Sterling, che lo dipinge come un fidanzato geloso con un complesso di inferiorità verso i neri.

Le conclusioni di Etan Thomas.

«Se mio nonno fosse vivo, oggi, direbbe ad Adam Silver, Robert Sarver, Brian Scalabrine e qualsiasi altra persona bianca che non esiste una persona bianca che usa la parola “N” in modo non razzista. Se mia nonna fosse viva, gli racconterebbe dei molti decenni in cui ha dovuto sopportare una misoginia umiliante, avendo a che fare con maiali sessisti sul posto di lavoro: nel 2022 è intollerabile. Se l’NBA fa sul serio sui suoi valori progressisti e vuole porsi come la realtà che ha storicamente assunto un ruolo di leadership in materia di discriminazioni razziali, uguaglianza, rispetto per le donne ecc.., allora nessuno può essere al di sopra della legge. Nemmeno un miliardario».

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