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Quanto è ridicolo il complotto anti-Nedved. Pure la premier finlandese è juventina?

Il triste moralismo sul trenino con la palpata di “poppe” dice tutto di chi lo manifesta. Viviamo in una società di Gabibbi col cellulare puntato sugli altri

Quanto è ridicolo il complotto anti-Nedved. Pure la premier finlandese è juventina?
Db Torino 16/05/2022 - campionato di calcio serie A / Juventus-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pavel Nedved-Maurizio Arrivabene-Federico Cherubini

E’ stata la Spectre anti-juventina. Una specie di Fight Club che tiene sott’occhio le abitudini di dirigenti e giocatori bianconeri, e alla prima occasione li inchioda al pubblico ludibrio, spiattellando i video che li ritraggono ubriachi, molesti, anche solo sessualmente sovreccitati, sui social. Il complotto suggerito dal Corriere della Sera per la “tempesta social” che si è abbattuta su Pavel Nedved: il trenino con la palpata di “poppe” e poi la passeggiata alticcia per il centro di Torino. Col mistero dello scambio di persona: e se non fosse lui quell’uomo biondo barcollante con le cosce arcuate? Una “bizzarra coincidenza”, la definisce il Corsera: “due video così lontani nel tempo, girati da persone che non si conoscono ma pubblicati in rapida successione. Come se qualcuno avesse voluto colpire il vicepresidente della Juventus o lo stesso club”. Manca solo il tradizionale “perché Nedved e la Juve danno fastidio”, con la chiosa ferale: “Ascolta un cretino”.

Forse anche Sanna Marin è juventina, vai a sapere. La giovane premier finlandese colpevole di festino surrettizio ripreso da cellulare ignoto di finto-amico. Stava per cadere un governo, perché “non ci si diverte mica così, oh”. Sobrietà ci vuole, siamo il fottuto nordeuropa!

E’ lo stesso falso moralismo che acceca gli occhi di chi guarda i video di Nedved e di mille altri “vip” impossibilitati a muoversi senza essere ripresi da chiunque, anche al cesso. Lo “scandalo” di prossimità, con la condanna espressa in quanto “persona pubblica”. Deve esserci qualcosa sotto, è chiaro… Non è che forse siamo diventati tutti il Gabibbo?

Qualche giorno fa, un paio di quotidiani nazionali e il futuro Presidente del Consiglio italiano non hanno resistito al tic nazionale, pubblicando il video dello stupro di una donna implorante. Ieri l’altro sui medesimi canali è andato in onda l’ennesimo avvilente dibattito sulla privacy dei poveri (i poveri – hanno scoperto alcuni affogando in un certo stupore – hanno diritto alla privacy?!) immortalati in fila per un pasto alla Caritas. Buonintenzionati contro paparazzi infami, un classico a somma zero. I video di Nedved fanno parte dello stesso circo finto-inconsapevole.

Il disorientamento provocato da un uomo divorziato che fa i trenini alle feste inneggiando al seno d’una femmina consenziente dice tutto di chi lo manifesta. Perché attiene alla nostra incapacità di valutare i fatti per come ci vengono proposti: chi sghignazza è uguale a chi stigmatizza. Il nodo successivo è la ricerca del dolo (come da Corriere della Sera), quando basterebbe parametrare quelle “sconcezze” alle vite nostre e dei nostri figli. Il “chissenefrega, saranno fatti loro” non lo riusciamo proprio a considerare, se non al culmine della saturazione (a me quel video di Nedved è stato inoltrato almeno un centinaio di volte, e io ho una vita social prossima alla suora di clausura).

Mentre embeddiamo, rilanciamo, commentiamo, l’ennesima riproduzione di altrui bagordi, alimentiamo il circuito del telefonino puntato. Un automatismo fisiologico da guardoni scemi. Altro che Spectre e complotti anti-Juve: Nedved s’è divertito, si spera per lui. Fargliene una colpa, anzi “colpirlo”, è una pia illusione di chi ormai s’è condannato a contare i cuoricini sotto i tweet. Uno spettacolo penoso, quello sì.

 

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