Paire: «Sono due giorni che non bevo alcolici, mi sto curando. Siamo tennisti, ma anche esseri umani»

Il tennista francese racconta il suo disagio a Brut: «Prima lo stress mi piaceva, ora mi mette ansia e vado nel panico. Ho chiesto aiuto ad uno psicologo»

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Mi piacevano i momenti di stress, mentre ora è diventato sempre più complicato. Non appena sono stressato divento ansioso e vado nel panico Ho capito che avevo bisogno di aiuto Vedo strizzacervelli, vedo molte persone che cercano di capire cosa mi sta succedendo. Da solo non potevo farcela. Consulto un ipnotizzatore, uno psicologo. Ho un mental trainer

Benoit Paire si racconta in un’intervista a Brut. Il tennista parla di un malessere che lo ha assalito a livello mentale, parla di depressione.

«Tutti gli sportivi possono riconoscersi in me. Ho bisogno di vedere i miei amici, di uscire. Amo bere il mio piccolo bicchiere di alcol. Amo i barbecue a ora di pranzo e stare seduto a bordo piscina a non fare nulla, non fare sport, non fare tennis. Quello di cui ho bisogno è riuscire a trovare la via di mezzo, fare festa ma anche essere serio e prepararmi bene per i tornei. Questo è ciò che faccio un po’ fatica a fare, in questo momento. Ecco perché ricomincerò da zero. Sono passati due giorni da quando ho bevuto alcolici, sono nel bel mezzo di una cura. Mi piace quando vado ad allenarmi, quando gioco con i miei amici, ma giocare una partita di tennis in questo momento…».

Paire sottolinea che non è perché si è sportivi professionisti che si è al riparo dal male di vivere. Momenti come quello che sta attraversando, dice, possono capitare a chiunque, alla gente normale e anche ai tennisti. E mette in relazione la sua crisi anche al Covid.

«Sono abbastanza sensibile e abbastanza emotivo, quindi ovviamente tutto ciò che è successo mi ha toccato e forse mi ha ferito più di altri. Siamo tennisti, ma anche esseri umani».

Parla della sua mancanza di controllo quando entra in campo:

«Ho un po’ di stress quando arrivo in campo, mentre prima era quello che mi piaceva di più fare. Anche senza allenarmi molto, sono riuscito a vincere dei big match perché mi piaceva l’adrenalina. Mi piacevano i momenti di stress, mentre ora è diventato sempre più complicato. Non appena sono stressato divento ansioso e vado nel panico. È difficile perché non mi sento necessariamente felice nella mia vita, perché il tennis è complicato».

Si lamenta dei messaggi negativi ricevuti sui social.

«Quando riceviamo messaggi negativi in un momento in cui già non stiamo bene è la cosa più difficile. Non è facile da gestire. Ci sono odiatori o scommettitori che se la prendono con te perché hanno perso scommesse di 2 euro. Ci sono messaggi più difficili in cui arrivano anche minacce di morte, non è così semplice da affrontare ogni giorno, non ci si abitua».

Nonostante tutto, Paire spiega che sta provando a risalire la china:

«Non so quando la mia testa andrà meglio. È uno stato d’animo che può essere molto lungo e spero sia il più breve possibile. Ho capito che avevo bisogno di aiuto e che dovevo essere migliore in campo. Vedo strizzacervelli, vedo molte persone che cercano di capire cosa mi sta succedendo. Da solo non potevo farcela. Consulto un ipnotizzatore, uno psicologo. Ho un mental trainer con cui discutere molte cose per cercare di correggerlo».

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