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Perché un club dovrebbe pagare 7-8 milioni netti l’anno a Dybala?

Vittima della narrazione italiana, vuole uno stipendio da calciatore decisivo ma lui non lo è. È un’incognita. Come rendimento, è più vicino a Recoba che a Mané

Perché un club dovrebbe pagare 7-8 milioni netti l’anno a Dybala?
Roma 11/05/2022 - finale Coppa Italia / Juventus-Inter / foto Image Sport nella foto: Paulo Dybala

Il bello dello sport è sempre stato l’ancoraggio alla realtà. La meritocrazia è nei fatti. Vinci o perdi. È il campo, la piscina, il parquet, il ring a determinare chi è stato più bravo, più forte, più determinato. È il campo a stabilire la gerarchia. Tanto per fare un esempio semplice semplice, Maradona non è considerato Maradona per opera e virtù dello spirito santo ma perché ha vinto un Mondiale con una squadra deboluccia e ha portato al successo un club che senza di lui è sempre stato periferico nel mondo del calcio.

Conta quel che riesci a fare. Le chiacchiere, in teoria, dovrebbero stare a zero. Ovviamente non è sempre così, non è totalmente così. Ma in questo periodo stiamo assistendo a un ribaltamento della realtà. Il calcio italiano è in recessione, peggio che in recessione. Nessuno vuole prendere atto della realtà. Oltre questo aspetto – che abbiamo analizzato ieri – ce n’è uno squisitamente tecnico.

Fedeli alla linea di esempi semplici semplici, citiamo il caso di Lorenzo Insigne. L’ex capitano del Napoli, per riuscire a strappare un contratto vantaggioso, è dovuto andare a giocare a Toronto in un campionato (l’Mls) che è sì in ascesa ma che è la periferia della periferia del calcio. È la legge della domanda e dell’offerta, che magari non sarà il migliore dei mondi possibili ma che rappresenta un’ottima fotografia della realtà. Il mercato europeo ha detto che Insigne può essere associato al termine sopravvalutazione. Lo stesso vale per un altro calciatore del Napoli: Dries Mertens che fin qui ha sparato cifre importanti (al Napoli e non solo) e nessuno ci ha minimamente pensato di sborsare 4,8 milioni (tutto compreso) per ottenere un anno delle sue prestazioni.

E veniamo a Dybala. Sembra quasi che non ci si capaciti della temporanea situazione di disoccupato di extralusso dell’argentino. Come se stessimo parlando di Benzema, Foden, Salah. Il calciatore ex Liverpool Mané una squadra l’ha trovata, il Bayern Monaco non ha esitato e lo ha ingaggiato. Ha versato 40 milioni al Liverpool. Mané è un calciatore di prima fascia. A meno di sorprese, i bavaresi hanno acquistato un professionista che garantisce un rendimento alto e costantemente alto. Un signor calciatore che col Liverpool ha vinto tutto e che è andato vicinissimo a essere decisivo nella finale di Champions contro il Real Madrid. Uno che negli ultimi anni ha giocato tre finali di Champions e una l’ha anche vinta.

Ora la domanda è questa: al netto di una narrazione a dir poco enfatica che caratterizza il calcio italiano e in particolare determinate squadre, che cosa ha fatto Dybala negli ultimi anni? Cominciamo col dire che da quando è alla Juventus (2015-16, sette stagioni) non ha mai giocato più di 2.500 minuti in campionato. In genere si ferma attorno ai 2.100 minuti. Il primo e il terzo anno ha segnato 19 e 22 gol in Serie A.

Nel 2018-19, ha segnato 5 gol e fatto due assist in 30 presenze in Serie A. Numeri leggermente superiori a Ounas.

Nel 2019-20, è andato decisamente meglio: 11 gol e 11 assist in 33 presenze in Serie A.

Nel 2020-21, 4 gol e 3 assist in appena 20 presenze in Serie A con poco più di mille minuti giocati.

Lo scorso anno, 10 gol e 5 assist in 29 presenze di Serie A.

Numeri da buon giocatore, nulla di più. Siamo lontani anni luce dal poter considerare Dybala un calciatore decisivo. Per trovare gol che hanno lasciato un segno in Champions, dobbiamo tornare al 2017 e al 2018, alla ormai celeberrima doppietta al Barcellona (la serata che lo ha rovinato) e al gol in casa del Tottenham. Diciamo la verità, poca roba. Il paragone che ci viene in mente è Recoba. Come Recoba, Dybala è un attaccante per amanti del genere. È certamente bravo. Ma deve piacere molto. Bisogna innamorarsene. Non è per niente un investimento sicuro. Non compri Dybala con la certezza di poter contare su una serie di prestazioni, gol e assist.

Queste incognite dovrebbero riflettersi sul suo stipendio. Invece questo passaggio non avviene. Lo stipendio è certo, il suo rendimento un’incognita. Dovrebbe esserci un prezzo cui può valere la pena rischiare l’investimento Dybala. Questo punto di passaggio non può essere rappresentato dai 7-8 milioni di euro netti l’anno. Sono cifre che Dybala non può permettersi. È la cruda realtà.

Non aveva torto Allegri a dire: “Paulo deve tornare ad essere se stesso, c’è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi”.

Concludendo: non è che il mondo del calcio è impazzito, semplicemente Dybala chiede uno stipendio troppo alto rispetto a quel che ha mostrato negli ultimi anni. E qui non ci soffermiamo sui suoi malanni fisici (non a caso Marotta ha proposto un contratto in parte legato al numero di partite giocate). È ancora giovane, ha 28 anni. Ha tutto il tempo per dimostrare di valere stipendi extralarge ma non può chiederli prima. La legge della domanda e dell’offerta vale più di report dettagliato di qualsiasi osservatore.

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