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La Spagna è invidiosa dell’Italia del nuoto e vuole capire perché «vincono così tanto»

Sul Mundo. Federico Gross: «Da vent’anni la Federazione lavora sulla velocità. Eppure oggi tanti circoli sono in difficoltà per il Covid»

La Spagna è invidiosa dell’Italia del nuoto e vuole capire perché «vincono così tanto»
Gwangju (Corea del Sud) 23/07/2019 - Campionati Mondiali di Nuoto / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Nicolo' Martinenghi

In Spagna non sono passati inosservati i successi dell’Italia ai Mondiali di nuoto di Budapest. Già ieri El Paìs analizzava scientificamente l’impresa di Ceccon (oro e record mondiale) sui 100 dorso. Oggi è al volta del Mundo che si domanda:

Com’è che l’Italia è così devastante ai Mondiali di nuoto?

L’attacco del pezzo è il seguente:

In Spagna ci sono quasi 70mila nuotatori federati; in Italia, 140mila cioè il doppio. In Spagna, sono investiti nel nuoto circa 8 milioni di euro; in Italia 37, cioè il quadruplo. Sono differenze notevoli, ma nessuna delle due spiega l’enorme disuguaglianza nei risultati. Ai Mondiali di Budapest, mentre la Spagna non riesce neanche ad arrivare in finale, l’Italia ha già vinto fin qui tre ori, un argento, un bronzo. Al di là del disastro in sé, la domanda è obbligatoria: perché l’Italia vince così tanto?

I nomi sono quelli di Nicolò Martinenghi, Benedetta Pilato, Thomas Ceccon.

Tutti e tre stanno delineando una tendenza che non è casuale. Solo dieci anni fa, l’Italia non aveva velocisti e affidava i suoi successi alla media e lunga distanza grazie alle sue stelle: Federica Pellegrini, Alessia Filippi o Gregorio Paltrinieri. Ora spicca in velocità e non è un miracolo.

“Questa nuova generazione è dedicata allo sprint grazie alla strategia che la Federazione Italiana Nuoto (FIN) ha avuto negli ultimi vent’anni. Per tutto questo tempo la formazione degli allenatori si è consapevolmente concentrata sulla velocità, sul miglioramento delle conoscenze nel nuoto sott’acqua, nelle virate… Tecnicamente vincere le gare di velocità è più difficile e dimostra che abbiamo lavorato molto bene”, dichiara Federico Gross tecnico della Federazione e collaboratore della rivista di Nuoto. «Sì, il lavoro è nato da 1.500 piccoli club italiani, con circa 30mila tecnici coinvolti, e che ora, dopo il Covid, stanno avendo seri problemi finanziari. Nonostante i successi attuali, c’è la minaccia che giovani di talento come Pilato o Ceccon smetteranno di nuotare perché non hanno un circolo nelle vicinanze.”

Gli obiettivi sono due: andare in testa al medagliere agli Europei di Roma il che vorrebbe dire battere la Gran Bretagna e approfittare dell’assenza dei russi. E poi ovviamente le Olimpiadi di Parigi nel 2024.

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