Alla Gazzetta: «Giusto che ognuno continui il suo percorso, sarà una bella rivalità per il futuro. La gamba sta bene, partiamo in queste ore per Parigi»
La Gazzetta dello Sport intervista Simone Vagnozzi, il nuovo coach di Jannik Sinner, che lo ha scelto dopo 7 anni con Riccardo Piatti.
Sinner è stato sconfitto agli Internazionali di tennis di Roma, ai quarti, da Tsitsipas, complice un problema alla gamba. Vignati rassicura sulla partecipazione al Roland Garros.
«Tutto a posto. Non c’è nulla di grave. Jannik ha fatto un po’di riposo e ha ripreso a lavorare. Durante quella scivolata il muscolo è andato in difesa ma con la fisioterapia si è sistemato. Partiamo in queste ore per Parigi e cominceremo subito ad allenarci regolarmente».
Continua:
«È normale che ci siano tante aspettative. Tutti vorrebbero sempre risultati importanti. Ma siamo nel mezzo di un processo e Jannik è tranquillo, lavora, non si fa travolgere dai sentito dire e cerchiamo di essere tutti molto sereni. Questo non significa che quando giochiamo i tornei non puntiamo alla vittoria».
Su Alcaraz e l’ansia che la sua partenza bruciante può aver messo ai tifosi:
«Di Alcaraz ne nasce uno ogni tanto. E soprattutto ha avuto un’esplosione molto rapida, bisogna vedere quale sarà il suo sviluppo nei prossimi anni. Jannik ha 20 anni e grandi margini di crescita, è giusto che ognuno continui il proprio percorso e sono sicuro che sarà una bella rivalità per il futuro».
Sul fisico di Sinner, un po’ minuto.
«Lo sappiamo bene, ma Jannik ha continuato a crescere fino all’anno scorso quindi non si poteva intervenire o si sarebbe rischiato di fare danni. Jannik deve mettere forza mantenendo la rapidità. Non diventerà mai un armadio. Stiamo anche lavorando sul recupero tra un punto e l’altro. Insomma, stiamo facendo un percorso con obiettivi a lungo termine per migliorare tutti gli aspetti ma Jannik è come una macchina di Formula Uno, bisogna fare attenzione a cambiare gli assetti».
Sul loro rapporto:
«Procede molto bene, il feeling sta crescendo. Stiamo imparando a conoscerci sempre meglio, lui è davvero un bravissimo ragazzo. Educato, lavoratore, poi non sta fermo un attimo ed è super competitivo. Non vuole perdere a
niente, nemmeno a carte».