Sul Paìs: “Addio al giocatore che gioca più con il cuore che con la tecnica e che coinvolge il pubblico più degli atleti completi e perfetti di oggi”
Toni Nadal, lo “zio Toni”, s’è fatto malinconico. Ha guardato come tutti, con commozione, l’addio al tennis di Jo-Wilfried Tsonga, a Parigi. E sul Paìs scrive che con lui se ne va “uno stile che, credo, in pochi anni sarà completamente scomparso”: il tennis emozionante, imperfetto, bellissimo.
Il tennis, scrive Nadal, “del giocatore che gioca più con il cuore che con la tecnica e che tende a coinvolgere il pubblico più degli atleti completi e perfetti di oggi“.
Certo, Tsonga è stato un giocatore dai grandissimi colpi, “ma quello che vorrei sottolineare di lui, senza dubbio, è il suo fisico possente, l’intensità che ha sempre dato al suo gioco e, soprattutto, quell’enorme capacità di combattimento che ha dimostrato e che ha suscitato l’entusiasmo del suo pubblico”.
“Mio nipote Rafa ed io lo incrociavamo nel circuito dei bambini; ma ricordo con un sorriso particolare il primo allenamento tra i due, già nel circuito pro, a Wimbledon, nel 2008. Già in quel momento Rafael manifestava un fervore che gli impediva di distinguere un match da un allenamento, e Jo disse che non si sarebbe più allenato con lui. Ovviamente, non solo non è stato così, ma abbiamo sviluppato un rapporto stretto e molto amichevole”.
Nadal scrive che in questi giorni a Parigi ha incontrato Guillermo Coria e Gastón Gaudio, “due giocatori argentini ammirevoli, molto talentuosi, creativi e capaci di svegliare e sollevare lo spettatore dalla sua sedia. In questi giorni a Parigi circola anche David Ferrer, un altro dei grandi che ti ha costretto a non sbattere le palpebre in ogni suo punto intenso. Con loro mi rendo conto che sta finendo uno stile di tennis meno preciso, meno perfetto e molto meno completo di quello attuale. Ma anche, forse, la capacità di questi grandi combattenti di commuovere e unire il pubblico”.
“Le viscere dei grandi tornei, un’altra delle sue grandi attrattive, è nel ricordo dell’enorme ricchezza e varietà che è esistita nella storia di questo sport”.