Scheckter: «Villeneuve si sentì tradito da Pironi e la Ferrari non lo appoggiò»

L'intervista a La Stampa: «Pironi infranse una regola della scuderia. Lui cercò il mio appoggio, lo accompagnai a Maranello. Decise che a Zolder si sarebbe ribellato e poi invece...»

Villeneuve

Domenica saranno quarant’anni dalla morte di Gilles Villeneuve. La Stampa intervista Jody Scheckter suo compagno di squadra in Ferrari nel 1979 e nel 1980. Scheckter, 72 anni, oggi produce mozzarelle nella campagna inglese. «Le migliori del mondo» dice.

Quando vi incontraste con Villeneuve per l’ultima volta?

«Due settimane prima, quando litigò con Pironi a Imola. Non riusciva ad accettare che un compagno di squadra tradisse la sua fiducia. Venne a parlarmi: sapeva che ero sempre stato sincero con lui. Cercava il mio sostegno».

C’era un patto tra i due?

«No, era una regola della Ferrari: se i piloti fossero stati primo e secondo, avrebbero dovuto mantenere la posizione. Pironi invece lo sorpassò e vinse».

Lei che cosa fece?

«Lo accompagnai a Maranello, dove non ricevette l’appoggio che pensava di meritare. Dalla gara successiva a Zolder si sarebbe ribellato».

Scheckter  racconta che ebbe con lui una discussione dopo il celebre duello con Arnoux a Digione:

«Tutti pensavano che fosse stato fantastico, agli sponsor era piaciuto, il pubblico si era divertito, ma a quei tempi bastava un attimo. Gli dissi “sei uno stupido, pensi che sia divertente e grandioso, ma qui si muore in fretta”. Fare a ruotate era pericolosissimo, su questo concordava, ma la volta dopo l’avrebbe rifatto uguale».

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