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Sacchi: Ancelotti ha fatto un capolavoro, è una vittoria di sacrificio, umiltà, modestia ed esperienza

Sulla Gazzetta. Ha puntato sull’attenzione difensiva e sulla voglia di sacrificio dei suoi. È la sua caratteristica: ovunque vada, vince. Un dettaglio su cui riflettere

Sacchi: Ancelotti ha fatto un capolavoro, è una vittoria di sacrificio, umiltà, modestia ed esperienza
Db Reggio Emilia 06/02/2016 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Arrigo Sacchi

“Ancelotti ha fatto un capolavoro. Non era tra i favoriti in questa Champions League e invece ha avuto il coraggio e la forza di vincerla”.

Lo scrive, sulla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi. Il Real Madrid non era la squadra più forte,

“ma ha dimostrato di essere il gruppo che aveva più spirito di sacrificio, più umiltà, più modestia e più esperienza”.

La saggezza del suo allenatore è stata fondamentale. Sapeva che il Liverpool aveva speso molte energie per la Premier League ed ha deciso di partire in modo prudente, lasciando il gioco alla squadra di Klopp, per farla sfogare e stancare.

“È stato un allenatore tattico che, conoscendo le forze dei suoi ragazzi e quelle del nemico ed essendo conscio di non potersela giocare sul piano del ritmo e della velocità, ha deciso di puntare sulla saggezza, sull’attenzione difensiva e sulla voglia di sacrificarsi dei suoi campioni. I quali lo hanno ripagato, perché tutti avete visto le rincorse di Modric, di Benzema, di Kroos. Mi viene da dire che il Real Madrid ha giocato all’italiana, ma questo era l’unica strada possibile per arrivare al successo”.

Ancelotti ha vinto la Liga e la Champions, ma il suo vero capolavoro, scrive Sacchi, è

“l’aver saputo creare un gruppo coeso, partecipe, sempre pronto al sacrificio. Erano andati via diversi giocatori da Madrid, nell’estate scorsa, di sicuro non si pensava di vincere il trofeo più importante. E invece Carletto è stato un vero e proprio mago. Aiutato dai suoi collaboratori, dai dirigenti, da un ambiente che trasmette entusiasmo, è stato capace di superare autentici squadroni e di raggiungere la gloria. E lo ha fatto, Carlo, con la sua dote principale: l’umanità”.

Ha conquistato quattro Champions League grazie all'”atteggiamento che lui ha nei confronti del calcio, dei giocatori, degli avversari, dei tifosi, dei dirigenti”.

“È la sua caratteristica: ovunque vada, vince. Anche questo è un dettaglio (per niente piccolo) sul quale riflettere. Vedere i giocatori del Real Madrid difendere in quel modo, con quello spirito di gruppo e con quella determinazione, è un’anomalia (considerati la storia e lo stile del club) e, nello stesso tempo, una lezione per molti: si arriva lontano soltanto se assieme si superano tutti gli ostacoli. Carlo e i suoi ragazzi non li hanno superati: se li sono mangiati, nel corso di una stagione davvero spettacolare e della quale tutti i tifosi del Madrid saranno orgogliosi”.

 

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