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De Laurentiis: «Koulibaly e Mertens devono scegliere: il vile denaro o il privilegio di vivere a Napoli?»

In conferenza: «Li rispetto, voglio loro molto bene, ma se l’unica cosa che li può appagare sono i soldi il problema non mi riguarda più»

De Laurentiis: «Koulibaly e Mertens devono scegliere: il vile denaro o il privilegio di vivere a Napoli?»
Napoli 30/04/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sassuolo / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Kalidou Koulibaly

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, presenta il ritiro di Castel di Sangro in conferenza stampa, da Palazzo Petrucci. Con lui l’allenatore, Luciano Spalletti, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso. Questo è il terzo anno che il Napoli andrà in ritiro in Abruzzo, dopo Dimaro.

«Qualcuno si domanda perché De Laurentiis sia uno dei pochi che non cerca delle scorribande intercontinentali. Ieri Charlie Stellitano mi ha offerto di andare in Sud America per 1,1 milioni di dollari. Io ho rifiutato e lui mi ha detto che è strano. Invece io faccio così perché il periodo del ritiro è un periodo sacro, si gettano le basi per tutto l’anno. Non voglio distrarre me stesso e gli altri dirigenti sul mercato in fieri. Né voglio costringere la squadra a fare voli transoceanici, fusi orari eccetera. Se uno deve scommettere su una preparazione psicofisica corretta bisogna lavorarci senza avere dei ritardi».

Durante la permanenza a Castel di Sangro, dal 23 luglio al 6 agosto, il Napoli farà tre o quattro partite con avversarie europee.

«Faremo da tre a quattro partite con delle società europee che ospiteremo. Le stiamo interpellando. Preferiamo pagare noi dei soldi a qualcuno per farli venire a Castel di Sangro. Ci avevano offerto soldi per andare a Londra o altrove, ma a Castel di Sangro abbiamo tutto».

De Laurentiis ha risposto ad una domanda sui rinnovi di Koulibaly e Mertens.

“Molto spesso si approccia ai problemi con il sentimento piuttosto che con la ragione. Sono dei ragionamenti che non puoi organizzare da driver come vorresti: ci sono le famiglie, gli agenti, i calciatori. E quindi interessi che molto spesso non sono gestibili dalla società, a meno che la società non voglia dissanguarsi”.

Continua:

“Non potete rimproverare a me che non voglio vincere lo scudetto. De Laurentiis vuole vincere lo scudetto, ma ci sono delle regole. Se io dico che quest’anno vinceremo lo scudetto metto anche l’allenatore in una situazione di fuoco incrociato da parte dei media. Invece l’allenatore deve essere stra-protetto. Quando abbiamo perso qualche partita che avremmo potuto e dovuto vincere mica ho fatto qualche dichiarazione contro l’allenatore? Sarebbe stato fuori luogo. Anche perché quante sono le partite che mi ha fatto vincere? Quando mi dicono: accatt’ ‘o giocator! Io dico che abbiamo giocatori straordinari. Poi ci sono dei giocatori che diventano condizionanti per lo spogliatoio se non giocano. Perché devo avere 23 giocatori e pagare 23 stipendi? Allora torniamo ai 16 giocatori degli anni passati? No, dobbiamo fare la Champions. Allora ci teniamo 23 giocatori. Però bisogna avere il coraggio di rischiare, chi non risica non rosica. Nel calcio sembra che tutti abbiano paura di perdere qualcosa. Koulibaly e Mertens sono due calciatori che rispetto, a cui voglio molto bene, ma dipenderà solo da loro vedere se la vile moneta è l’unica cosa che li può appagare o se vivere a Napoli, vivere una situazione anche filosoficamente diversa, possa essere un privilegio. Altrimenti è un problema che non mi riguarda più”.

Non solo Koulibaly e Mertens, si parla anche dei rinnovi di Ospina e Fabian.

“Siamo sempre alle solite. Ospina ha il contratto scaduto, l’ho incontrato, gli ho parlato chiaro e lui è partito. Mercoledì scorso l’ho chiamato per avere una risposta, ma è in Nazionale. Fabian? Ho incontrato prima lui e poi i procuratori, che mi hanno detto che mi faranno sapere entro 15 giorni. I 15 giorni non sono ancora passati. Nessuno vuol mandare via nessuno, ma nessuno vuol fare follie per i giocatori”.

Si parla anche di mercato. In Abruzzo ci sarà la possibilità di vedere uno tra Bernardeschi, Cavani e Vecino?

“Qui sono tutti cedibili. Ho trattato personalmente Bernardeschi, sono già tre settimane che ho parlato col suo agente a Montecarlo e gli ho chiesto cosa facesse. Ma ho parlato anche col mister perché non si possono prendere delle persone non assimilabili in un contesto di gioco che sceglie il mister. Quindi se vogliamo fare fantacalcio va bene, ma i calciatori devono essere messi bene in campo. Con questo non mi permetterei di dire che Bernardeschi non vada bene, ma neanche il mister. Vedremo. Vecino e Cavani? Mai avuto contatti. Finché tu prendi in porta uno che ha 34-35-36 anni è un discorso, ma quando cominci a prendere uno sul quale punti… Quando abbiamo preso Cavani dal Palermo era una seconda punta, qua invece è diventato una prima punta. Ora bisogna capire: ti devi sempre mettere in testa che se la gente non gioca, anche se è dolce, simpatica, carica e ama il territorio, ti creerà sempre problemi negli spogliatoi. Quindi bisogna essere attenti nelle scelte perché oggi basta una mosca che si trasforma in moscone per fare il patatrac”.

Durante il ritiro estivo, o in Abruzzo o a Castel di Sangro, saranno presentate le nuove maglie.

“Il mondo dello sport sta diventando sempre più fashion. In un momento di crisi noi abbiamo fatto 13 maglie. Ma la verità è anche un’altra: uno dovrebbe giocare il 60-70% delle partite con la maglia azzurra perché quello è il nostro emblema, il nostro simbolo. La mia collaborazione con Armani continua, quindi sono estremamente contento. Ho visto che Adidas ha fatto un accordo per dieci pezzi unici con Balenciaga. Costavano 1.800 euro, 800 euro, 600 euro, 500 euro, 1.200 euro. Io mi chiedevo perché bisognava decidere 18 mesi prima, mi hanno detto che con queste ditte è così”.

De Laurentiis ha rivolto una critica ai tifosi.

«Non è un problema di ridimensionamento, ma portare sul binario giusto delle cose che sono accadute all’interno della società in questi ultimi tre anni. Di accanimenti contrari e devastanti ne abbiamo subiti parecchi. Non fa piacere a Napoli quando uno porta il signor Ancelotti che viene per la stima che ha di me e si siede e accetta la metà di uno stipendio pur di venire a Napoli, dimostra di amare Napoli e non viene considerato dai tifosi. Non è corretto fischiare un secondo posto contro una Juventus che ha dimostrato parecchie volte di avere dei favoritismi che l’hanno incoronata. Visto che io appartengo al genere delle persone perbene, questa condizione non l’abbandonerò mai. Devo rimanere limpido, non me ne può fregare di meno. Quando vado a letto la notte non dovrò mai pentirmi se ho mandato qualcuno a fanculo. Più di tre volte al giorno non possiamo mangiare».

Gli è stato chiesto se a Castel di Sangro saranno previste iniziative per i tifosi.

«Se i tifosi non vogliono venire a Castel di Sangro, che è un’ora di macchina, voglio dire… Sicuramente ci saranno iniziative. Sugli allenamenti a porte aperte decide il mister. Nel rispetto delle misure anti-Covid faremo tutto quello che si è sempre fatto. Pregherò il mister: in tutte le settimane in cui si giocherà una sola partita e non due partite, durante la stagione, sarà opportuno organizzare un allenamento a porte aperte al Maradona, per i tifosi, sempre che si comportino in maniera adeguata. Io ora farò tutti i ricorsi possibili e immaginabili perché ci sono rimasto male. La Figc si permette, senza fare una indagine, di obbligarmi a pagare trentamila euro e chiude la Curva A del Maradona: secondo voi è corretta o scorretta questa posizione? Poi dicono che ce l’ho con Gravina, ma io non ce l’ho con Gravina, ce l’ho con una Federazione che non sa fare le cose».

Ancora:

“Il 22 maggio è finito il campionato, il 27 maggio, cinque giorni dopo, noi avevamo chiuso il sostituto di Insigne, il sostituto di Ghoulam. Abbiamo riscattato Anguissa e prolungato Juan Jesus. Quindi abbiamo fatto quattro operazioni in cinque giorni. Cosa vuol dire? Che stiamo dormendo? Qui non pettiniamo le bambole, come diceva Ancelotti. Ma porta sfortuna e quindi non diciamo nulla”.

Come si fa a far digerire un prodotto che non genera il sogno dello Scudetto?

“Io ho vinto una settantina di biglietti d’oro al cinema, ma non mi sono mai posto il problema di battere cinquecento film. A volte ho vinto, a volte sono arrivato secondo, altre terzo. Nel cinema guida lo spettatore. Nel calcio mi sono imbattuto in regole e regolamenti anche inquinati, in cui ho dovuto fare a cazzotti con un sistema che a noi non piace. Non conduco il gioco sul campo perché ci sono giocatori, allenatore e staff. Bisogna inserire il tutto in un contesto più generale, nel contesto del calcio. Molto spesso le istituzioni non hanno rispetto per i tifosi. I campionati nazionali sono la prima scelta per i tifosi, ma si dice che bisogna far giocare i nazionali e non ci sono i tempi giusti. Ogni anno il circo riparte senza aver fatto un consultivo su cosa ha funzionato e cosa no. Abbiamo avuto una classe arbitrale che per tanti anni ha fatto quello che ha fatto, poi c’è stato Calciopoli. Per avere il Var ci siamo dovuti battere come dei pazzi. L’Italia è stata la prima ad utilizzarlo, male, perché comunque la casta va rispettata. Non si dà all’allenatore la possibilità di chiamare il Var. Anche il sistema di gioco condiziona la spettacolarità. Tutti questi condizionamenti che io trovo brutalmente limitanti fanno sì che o imbrogli, e allora vinci per un tot numero di anno, o competi e allora puoi anche perdere. Nella vita si perde, si vince e si pareggia”.

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