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Milik e il Velodrome di Marsiglia: «c’è un’atmosfera incredibile, mai visto uno stadio così»

A Onze Mondial. «Quando ero infortunato mi concentravo su altro: sulla gestione dei miei soldi, ad esempio. La lingua? Se parlo francese ma gioco una merda, non piacerò mai ai tifosi»

Milik e il Velodrome di Marsiglia: «c’è un’atmosfera incredibile, mai visto uno stadio così»
Roma 21/10/2021 - Europa League / Lazio-Marsiglia / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Arkadiusz Milik-Adam Marusic

Onze Mondial intervista Arkadiusz Milik, ex centravanti del Napoli, ora «star» – così viene definito – all’Olympique di Marisiglia. Sono state rivelate alcune anticipazioni rispetto alle dichiarazioni dell’attaccante polacco.

Sugli infortuni

«Quando ho iniziato a farmi male, all’inizio ero triste, arrabbiato. Pensavo: ‘Perché proprio io? Perché di nuovo io? Ho fatto di tutto per evitare un altro infortunio ma mi sono infortunato lo stesso, cosa sta succedendo? “. Ho avuto due infortuni molto lunghi al Napol e uno al Marsiglia. Dopo una o due settimane provavo a concentrarmi su qualcos’altro perché per un po’ sono stato fin troppo emotivo. Cercavo di pensare a tutto fuorché al calcio. In quei momenti pensare al calcio e sapere che non potevo giocare mi uccideva mentalmente. Mi ponevo obiettivi per migliorare, giorno dopo giorno, la meditazione aiutava, avevo anche l’obiettivo di tornare in campo il più velocemente possibile, essere in buona salute… Mi sono concentrato anche su altre cose, sugli investimenti, ad esempio, e su come gestire i miei soldi»

Sul rapporto difficile col tecnico del Marisglia.

»Quando ero giovane, se l’allenatore mi metteva in panchina una o due volte, pensavo: ‘Cosa sta facendo, è pazzo o cosa? “. Oggi, con la mia esperienza, cerco di capire perché l’allenatore decide di mettermi in panchina. Cerco di essere obiettivo, di capire la situazione. A volte penso che sia una buona decisione e a volte penso che non sia una buona decisione, ma la cosa più importante è capire che non puoi controllare tutto. Tutto quello che puoi controllare, devi fare di tutto per controllarlo, ma non bisogna pensare troppo a cose che non puoi controllare, che vanno al di là del tuo calcio. Se l’allenatore decidere di non farti giocare è una sua decisione e bisogna rispettarla. Il compito è cercare di scoprire cosa puoi migliorare per far parte della squadra»

Sull’incontro con Longoria.

«La prima volta che ho incontrato Pablo Longoria è stato a Napoli, abbiamo parlato di calcio. Mi ha impressionato perché è molto giovane e non ti aspetti di incontrare un direttore sportivo – perché all’epoca quello era il ruolo che aveva nel club – così giovane, così competente sul calcio. Abbiamo parlato  di me, di come vedeva il calcio. Ora è il presidente del club e sono molto contento per lui. (…) Ho visto che recentemente sulla stampa ha detto cose belle di me, Pablo Longoria crede molto in me, voglio dare tutto in campo per ripagare la sua fiducia. È una persona molto importante per me»

Sul Marsiglia.

«Sinceramente non conoscevo molto bene il club o la Ligue 1 prima di venire qui. Ovviamente conoscevo i grandi giocatori, i grandi attaccanti e i trofei vinti dal club. Ho subito pensato positivamente al Marsiglia, ho subito accettato di venire a mostrare le mie qualità per essere un buon elemento per questa squadra. Il Marsiglia punta alla Champions League ed è un club che dovrebbe giocare sempre in Champions League»

Sui tifosi.

«L’Orange Vélodrome è uno stadio incredibile. Contro il Psg c’era l’atmosfera più bella, qualcosa di indescrivibile, non avevo mai visto uno stadio così in tutta la mia vita! Era qualcosa di folle. Ho un ottimo rapporto con i tifosi del Marsiglia. Penso che il rapporto potrebbe essere migliore se parlassi francese, per essere più vicino a loro. Devo parlare francese. È una lingua molto difficile da imparare per me, ci sto provando, ma non è facile! Alla fine, quello che mi aiuterà di più sono le prestazioni in campo (ride)»

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