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La Repubblica sulla dittatura del Var: si sta perdendo l’abitudine ad arbitrare 

Ormai le revisioni non sono più solo operazioni di controllo, ma sono diventate un’ispezione ossessiva per individuare il dettaglio sfuggito a occhio nudo 

La Repubblica sulla dittatura del Var: si sta perdendo l’abitudine ad arbitrare 
Mg Brescia 28/10/2021 - campionato di calcio serie B / Brescia-Lecce / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Massimiliano Irrati

Su Repubblica, un articolo di Matteo Pinci dedicato al Var e al cambiamento nelle abitudini degli arbitri. I fischietti sembrano affidarsi completamente alla tecnologia, adesso. Come se si stesse perdendo l’abitudine ad arbitrare. E si mettono al centro della tecnologia episodi che prima non sarebbero mai stati valutati.

Uno dei casi più controversi della giornata è stato quello del rigore concesso all’Inter contro la Juventus.

“l’arbitro Irrati pareva come ipnotizzato, in attesa, ad attendere un cenno. Come se il vero direttore di gara fosse il suo aiutante collegato davanti a uno schermo nella centrale unica di Lissone”.

Ha lasciato che fosse il Var a scegliere cosa fare

“o al limite, prendendosi la responsabilità di andare al monitor a bordo campo”.

Nella stessa giornata di campionato, ci sono anche due rigori fatti ripetere per giocatori entrati in area “di un passo scarso”.

“Una vera e propria “vivisezione” di episodi su cui, in diretta tv, nessuno avrebbe riscontrato nulla di irregolare”.

Idem per il gol annullato all’Empoli a Firenze, per un tocco quasi inesistente tra attaccante e portiere.

“La domanda è: perché succede adesso? La risposta può essere una soltanto: perché lentamente si sta perdendo l’abitudine ad arbitrare. Ormai nella testa degli arbitri non esiste più un arbitraggio “senza” Var. E anche in quella di chi è seduto al monitor. A cui l’esperienza ha insegnato come il diavolo — leggi l’errore — si nasconda nei dettagli, anche quelli meno evidenti. Così, le revisioni — soprattutto quelle obbligate, come dopo un gol — non sono più solo operazioni di controllo. Ma sono diventate, col tempo, una ricerca: l’ispezione quasi ossessiva per individuare il dettaglio sfuggito a occhio nudo. È come se, migliorando di anno in anno nell’uso del mezzo, fossero diventati più pratici. Ma questa bravura sembra aver immesso un bug nel sistema, tracimando il limite tra abilità e accanimento”.

 

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