Colbrelli: «Mi ritengo fortunato. Ho letto tante cose non vere sul mio conto. Verrà il tempo delle valutazioni»

Alla Gazzetta: «Quando mi sono svegliato in ospedale ho faticato a capire cosa era accaduto. Ero arrabbiato con il mondo intero. “Perché a me?”».

sonny colbrelli

La Gazzetta dello Sport intervista Sonny Colbrelli. Il 22 marzo scorso, al termine della volata nella prima tappa del Giro di Catalogna, il ciclista è collassato per arresto caridaco. E’ stato riportato in vita grazie al defibrillatore. Poi gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo.

«Inutile girarci intorno, mi ritengo fortunato. Molto fortunato. Non sono parole di circostanza. Sono tranquillo. E consapevole. Beh, tutti sappiamo che in questo mondo siamo di passaggio. Non ci pensiamo mai, specie se abbiamo una vita piena. Come quella dei ciclisti. Quando mi sono svegliato in ospedale ho faticato a capire cosa era accaduto: difficile da credere e accettare. All’inizio ero arrabbiato con il mondo intero. “Perché a me? Cosa ho fatto di male per avere questo?”. E cerchi risposte che non puoi trovare. Nessuno può trovare. Quelli sono stati i giorni peggiori».

Ora va meglio.

«Molto meglio, ero vivo tanto per iniziare. Da lì è ripartito il mio viaggio. Ci sarà un momento in cui faremo tutte le valutazioni, poi decideremo. Ho letto tante cose non vere sul mio conto… Vado avanti, guardare indietro è inutile. Il futuro è sinonimo di speranza».

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