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Lição de futebol, Roma-Lazio 3-0. Mourinho spiega l’abc del calcio a un signore toscano

Primo gol dopo 60 secondi. 3-0 al 40esimo. La Roma si ferma per carità di patria. Per fortuna, il calcio vero resiste alle ridicole narrazioni

Lição de futebol, Roma-Lazio 3-0. Mourinho spiega l’abc del calcio a un signore toscano
Roma 20/03/2022 - campionato di calcio serie A / Roma-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Jose' Mourinho

Lição de futebol. In portoghese si dice così “lezione di calcio”. Ed è stato quel che José Mourinho ha impartito a Maurizio Sarri: i due, teoricamente, sono colleghi. Risultato ovviamente sorprendente soltanto per i cosiddetti esteti, quelli del calcio di figura. La Roma non ha semplicemente battuto la Lazio. L’ha annientata. E ha dovuto alzare il piede dall’acceleratore dopo neanche 45 minuti, altrimenti il derby sarebbe potuto finire in doppia cifra. Al punto che verso la fine del primo tempo, sul risultato di 3-0, la Curva Sud ha cominciato a intonare gli olé a ogni passaggio di palla provocando la reazione rabbiosa di Mourinho che temeva un calo di concentrazione della sua squadra.

Mourinho ha fatto capire ancora una volta che nella vita la storia personale conta eccome. Conta quel che hai fatto, quel che sei riuscito a conquistare, i piani che hai portato a termine per dirla con le parole di Richard Williams il papà di Venus e Serena splendidamente interpretato da Will Smith. Solo in un periodo storico in cui impera l’ignoranza da social può essere messo in discussione uno come Mourinho e, di contro, osannato Sarri.

Il 3-0 della Roma alla Lazio ci ricorda che per fortuna, al di là della ridicola narrazione che siamo costretti a sorbirci, il calcio continua a essere una cosa seria, per adulti. Il mondo reale, per fortuna, tiene. È più forte delle  castronerie sulla settimana corta et similia che siamo ormai costretti quotidianamente a sorbirci.

Mourinho lascia Zaniolo in panchina. E trasmette ancora una volta un messaggio importante: non è – si spera non ancora – calciatore da partite vere. Dentro Cristante al fianco di Oliveira, e fiducia ancora al ventenne Zalewski a sinistra. In panchina Veretout, Vina, Maitland-Niles. Della Lazio basta dire che Sarri ripropone Hysaj titolare. Non c’è bisogno di aggiungere altro.

La Roma segna dopo sessanta secondi, dopo aver sfiorato il gol al trentesimo secondo. Calcio d’angolo di Pellegrini, traversa e tap-in di coscia di Abraham ottimo centravanti il cui valore ovviamente può essere compreso solo da chi capisce di calcio. Passano venti minuti e la Roma segna come si fa contro i bambini: sovrapposizione sulla destra con Karsdorp (altro resuscitato dal portoghese) che crossa e Abraham da solo infila in rete. Sarri nel frattempo scrive. Il terzo gol è di Lorenzo Pellegrini su punizione da fuori area. La Roma colpisce anche una traversa con Mkhitaryan. Della Lazio si ricorda un tiro di Luis Alberto da fuori e null’altro.

Il secondo tempo si deve giocare perché così dice il regolamento. Ma non c’è partita.

Per i laziali ci auguriamo che Lotito apra finalmentte gli occhi. E comprenda si è ficcato in un tunnel senza uscita.

I romanisti stasera possono festeggiare, e non solo stasera. I Friedkin hanno cominciato dalle fondamenta la costruzione di una grande Roma. Hanno cominciato da un grandissimo allenatore. Che solo gli incompetenti di calcio, possono criticare.

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