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Paolantoni: «Mi soffoca l’idea di lasciare Napoli. Sono pigro, ho detto troppi no, anche a Sorrentino»

Al Fatto quotidiano: «Devo stare a Napoli. Tra questi odori, colori, persone. Sorrentino scrisse un soggetto per me, rifiutai. Queste sono persone che dopo vent’anni ancora se lo ricordano»

Paolantoni: «Mi soffoca l’idea di lasciare Napoli. Sono pigro, ho detto troppi no, anche a Sorrentino»

Il Fatto Quotidiano intervista Francesco Paolantoni.

Giorgio Gherarducci, uno dei “Gialappi”, sostiene che è un talento straordinario, ma pigro.

Ha ragione; (pausa) solitamente la carriera si costruisce sui “no”. Io ho ecceduto. E più che costruirla me la sono demolita e la colpa è stata in gran parte della pigrizia e del timore di non divertirmi; (pausa) ultimamente sono migliorato.

Un esempio di “no”.

Mi proposero una serie televisiva sulla scuola, Caro maestro: al mio posto presero Emilio Solfrizzi; lì, probabilmente, ho sbagliato ma non me la sentivo di trasferirmi per sei mesi a Urbino.

Che ha Urbino?

Nulla! Mi soffoca da sempre l’idea di allontanarmi da Napoli; un’altra volta, dopo aver recitato in Baci e abbracci, stavo per scrivere un film insieme a Paolo Virzì. Poi niente.

Ancora pigrizia.

Eh… (l’elenco non si ferma) Dopo Mai dire Gol i dirigenti di Medusa mi rincorrevano per girare un mio film: macché, non credevo fosse il momento. Quante cazzate. (…) Per il film con la Medusa, siccome non mi sentivo pronto a scriverne uno, chiesi a vari giovani sceneggiatori di mandarmi dei loro lavori; uno di loro mi inviò un soggettino, ma non rientrava nella mia cifra artistica, ne desideravo uno più comico. Rifiutai.

Dov’è il dolore?

Era Paolo Sorrentino: (sconsolato) ma che le devo dire; poi queste sono persone che, dopo vent’anni, ancora se lo ricordano. E giustamente.

L’hanno mai accusata di indolenza del sud?

No, ho superato lo stereotipo: la mia è di indolenza paolantoniana.

Insomma, mai via da Napoli.

Pure da ragazzo, quando i miei colleghi partivano per Roma o Milano, non me la sono sentita. Io devo stare qui. Tra questi odori, colori, persone. E questa teatralità: la commedia dell’arte è in tutti noi.

Pino Daniele

Un uomo un po’ difficile, con un carattere particolare, ma di una generosità e una simpatia non facilmente riscontrabili; con lui mi sono divertito tanto: aveva un’ironia molto napoletana ed era uno sfottitore micidiale.

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