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«Molto dipenderà dalla capacità di Sofia Goggia di resistere al dolore, ma lei è tosta»

Sul Corsera il piano di recupero per le Olimpiadi. Sessioni nel ghiaccio, laser e campi magnetici. Il medico: «Sofia ha un feeling unico nel “leggere” il corpo»

«Molto dipenderà dalla capacità di Sofia Goggia di resistere al dolore, ma lei è tosta»
2020 archivio Image / Sport / Sci / Sofia Goggia / foto Imago/Image Sport

Il piano di Sofia Goggia per provare a partecipare alle Olimpiadi, per difendere – il 15 febbraio a Pechino – la medaglia d’oro conquistata quattro anni fa. Ne scrive il Corriere della Sera che oggi ha sfoderato una sezione sport da urlo (con l’intervista a McEnroe). Le prime prove ci saranno il 12 febbraio.

La diagnosi è: lesione del legamento crociato già operato nel 2013 e vittima di altri traumi, infrazione del perone, sofferenza muscolotendinea.

La fase 1 è già cominciata:

sedute nel ghiaccio (per ridurre l’edema che preme sulla rotula) e attività in piscina. Seguirà una valutazione della situazione, per impostare la fase 2.

La fase del freddo sarà seguita da terapie o con i campi magnetici, o con il laser o con entrambi. La palestra servirà invece per il potenziamento muscolare destinato a compensare il deficit sul legamento.

Spiega il dottor Panzeri, responsabile dello staff medico della Fisi:

«Molto dipenderà dalla capacità di resistere al dolore, ma sappiamo che lei è tosta. Sofia ha un feeling unico nel “leggere” il corpo: domenica al telefono mi ha detto “vengo a Milano, mi sono fatta male”; dopo la caduta di Zauchensee, invece, mi aveva comunicato di sentire solo dei dolori»

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