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Jacobs al Telegraph: «Le mie vittorie frutto del duro lavoro, le illazioni mi hanno ferito»

«Le persone pensano di poter dire quello che vogliono, senza capire che a volte quello che dicono può essere doloroso. Non ho mai assunto sostanze illegali, né lo farei»

Jacobs al Telegraph: «Le mie vittorie frutto del duro lavoro, le illazioni mi hanno ferito»
Tokyo (Giappone) 06/08/2021 - Atletica Leggera staffetta 4x100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs

Dopo le tante polemiche che ci sono state con gli inglesi il campione dell’atletica leggera Marcell Jacobs ha rilasciato un intervista al Telegraph. È la prima volta dai tempi delle Olimpiadi che si concede ai media britannici. A cui ha ancora ribadito, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di non aver mai assunto farmaci dopanti: il suo straordinario successo la scorsa estate è stato dovuto semplicemente al duro, durissimo lavoro.

Le persone pensano di poter dire quello che vogliono, senza capire che a volte quello che dicono può essere doloroso. Le illazioni mi hanno ferito, certi articoli hanno insinuato dei dubbi riguardo le mie vittorie. Le mie vittorie sono solo il frutto di un duro lavoro. Non ho mai assunto sostanze illegali, né lo farei.

Lo stesso nutrizionista Giacomo Spazzini, che in passato ha collaborato con Jacobs, è stato poi assolto nell’indagine sulla distribuzione di steroidi anabolizzanti che lo aveva coinvolto. «Fu vittima della macchina del fango», ha dichiarato Jacobs, che sta continuando a Tenerife la sua preparazione. Il suo silenzio  derivava anche e soprattutto da un senso di rabbia per quello che percepisce come un trattamento ingiusto che gli è stato riservato dopo aver vinto l’oro olimpico. Il suo è considerato uno degli improbabili trionfi di tutti i tempi, ma «due medaglie d’oro – dice Marcell – non le vinci per caso!». Nonostante l’assoluzione, Jacobs ha deciso di interrompere la collaborazione con Spazzini.

C’era molto fango su di lui come persona e come professionista. Molte accuse erano false. Ho sempre cercato, durante tutta la mia carriera professionale, di mettere tutto me stesso in tutto ciò che faccio e vincere in modo pulito.

La sua relazione con la Gran Bretagna, infondo, può essere ancora ricostruita. I suoi idoli – dichiara – sono proprio britannici: Anthony Joshua e Lewis Hamilton. Hamilton, a Monza, l’ha incontrato. E ha dichiarato che tremava come una foglia.

Mi ispiro a Hamilton. Vedo qualcosa di me in lui. Sono mulatto come lui, mi piace il suo stile e mi piace che Hamilton si diverta. Ha detto che dovrei mettere dei diamanti sulle mie medaglie d’oro.

La sua vita è cambiata, certo. Ma non quanto sembra su Instagram, dove sono apparse le foto col suo idolo Hamilton, conl o stilista Giorgio Armani e perfino una foto che lo mostra sul suo jet privato.

Dopo le Olimpiadi mi sento come se vivessi sotto una lente d’ingrandimento. A volte sembra che la mia vita sia cambiata molto, ma in realtà non è così. Sono sempre la stessa identica persona che si sveglia al mattino piena di energia e voglia di allenarsi. È quello che faccio ancora ogni giorno. Mi alleno ancora nello stesso impianto di atletica di sempre.

Nel frattempo – scrive il Telegraph – il mondo aspetta di scoprire se Tokyo sia stata una sorprendente apparizione unica o il primo atto di una carriera sbalorditiva.

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