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Il Governo: il 10 si rientra in classe. De Luca: «Pronto a decidere da solo se la situazione sarà drammatica»

Il governatore intervistato da La Stampa: «Abbiamo proposto una riflessione. Se ci si chiude, ognuno si assumerà le proprie responsabilità»

Il Governo: il 10 si rientra in classe. De Luca: «Pronto a decidere da solo se la situazione sarà drammatica»
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. The President of the Campania Region Vincenzo De Luca

Nonostante le richieste dei presidenti di Regione di far slittare l’inizio delle scuole recuperando i giorni alla fine dell’anno scolastico, a causa del dilagare della variante Omicron, il Governo fa sapere che l’ipotesi non è nemmeno contemplata. La Stampa riporta l’orientamento emerso già nella serata di ieri.

Dopo le vacanze di Natale gli studenti torneranno regolarmente in classe il 10 gennaio. Nonostante l’aumento dei contagi preoccupi il governo, non ci saranno slittamenti o modifiche alla linea già decisa, è quello che fa sapere Palazzo Chigi dopo le ipotesi di rinvii e di ritorni alla didattica a distanza ventilate da alcune Regioni. La questione – viene riferito da fonti qualificate – non è all’ordine del giorno“.

Ma in Campania, il governatore Vincenzo De Luca si dice pronto ad agire come crede. Lo dichiara in un’intervista a La Stampa. Ieri De Luca ha chiarito il suo punto di vista su Facebook: sarebbe utile tornare in presenza tra un mese.

«Abbiamo proposto con grande pacatezza una riflessione che parte dai dati del contagio. Se si ritiene di ragionare, si possono fare le scelte più utili e meno dolorose nella situazione data. Se ci si chiude, ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Io ho detto quello che penso. La decisione spetta al governo. Se poi la situazione dovesse diventare drammatica, la Regione farà quello che ritiene necessario per la tutela della salute pubblica».

Un anno dopo, nonostante i vaccini, si torna a parlare di Dad. Che cosa non ha funzionato secondo lei?

«Intanto, i vaccini non hanno interessato la fascia dei giovanissimi. Solo da poco si è cominciato a vaccinare nella fascia 5-11 anni, e con grande difficoltà. Per il resto, si è perso del tempo prezioso senza prendere decisioni nette, seguendo la linea delle mezze misure. Componenti interne al governo impediscono scelte nette, efficaci e in tempo utile. Cosa si aspetta a rendere obbligatorio il vaccino per il pubblico impiego, per il personale viaggiante pubblico e privato? Cosa si aspetta a varare un piano per la sicurezza serio, che impegni decine di migliaia di agenti per controllare il rispetto delle ordinanze? Non ho visto una sola pattuglia impegnata a sanzionare chi non usa la mascherina, neanche come atto di dissuasione. Per non parlare della comunicazione istituzionale che è stato un esempio clamoroso di confusione, di contraddittorietà. È proprio impossibile ottenere che parli in maniera chiara, e solo lui, il ministro della Salute o un’unica autorità sanitaria, in sostituzione di questo pollaio insopportabile a cui
stiamo assistendo da mesi?».

 

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