Il discorso durante la cena di Natale: «Mi pento di avervi viziato. Sarri può fare la differenza. Ve lo dico subito: non è un precario, ho dato mandato di rinnovargli altri due anni il contratto»

Il Corriere dello Sport racconta la cena di Natale in casa Lazio, ieri sera. E riporta le parole rivolte alla squadra dal tecnico, Maurizio Sarri, e dal presidente, Claudio Lotito. Sarri si è lanciato in una dichiarazione di affetto verso i suoi.
«Sono di carattere un po’ chiuso, ma voglio bene a questi ragazzi e questo non gliel’ho mai detto. Possono fare più di quello che stanno facendo. Devono avere la forza di pensare come squadra e collettivo. Se lo faranno, saranno esaltati individualmente. Faremo ancora fatica, ma prima o poi succederà».
E ancora:
«Alla Lazio chiedo di essere squadra, di mettere in campo con continuità quello che mettiamo in alcune partite. In altre arriviamo scarichi e possiamo perdere con chiunque. Li vedo tutti i giorni, hanno dentro qualcosa di più. La responsabilità è mia. Devo dargli motivazioni. Ci mettiamo la faccia e indossiamo la maglia. Dobbiamo rispettarla».
Il presidente Lotito ha manifestato pubblicamente il suo appoggio al tecnico, confermando l’idea del rinnovo. E si è sfogato con la squadra.
«Sono il padre della famiglia. Ho ripensato nei giorni scorsi ai giocatori del 2004 e del 2005, a quando sono arrivato, agli stipendi non pagati, al centro sportivo. Oggi faccio una riflessione: alcuni di voi non hanno colto l’importanza di far parte di una grande famiglia. E devono dare il massimo. Vedo gente per la strada. Mi fermano e mi chiedono cosa sta succedendo. La Lazio non è un punto di partenza, ma di arrivo. Alcuni non ne hanno coscienza, lo spirito di gruppo lo hanno dimenticato. Forse oggi abbiamo troppo. Me ne pento, vi ho viziato. Giustamente il mister diceva ragioniamo con il noi e non con l’io. Ho incontrato un uomo che può fare la differenza nel mondo del calcio. Non lo conoscevo. Sarri vive di passioni, ha un trasporto. Se qualcuno pensa altre cose, ve lo dico subito. Non è un precario, ho dato mandato al segretario di rinnovargli altri due anni il contratto».
E ancora:
«Se non capite i problemi non potete appartenere a una famiglia come la Lazio. I campioni sono riconosciuti, è la differenza con i giocatori normali. All’interno di questo gruppo c’è gente che rispetto molto e ne vado orgoglioso, non faccio nomi, ma lo dimostra con i comportamenti. Alcuni di voi sono andati già a casa, (Il Messaggero fa i nomi: Felipe, Radu, Vavro, Basic, Marusic, Milinkovic e Kamenovic, ndr) che rispetto hanno dimostrato verso chi è rimasto? Non conta lo stipendio, conta l’atteggiamento. Con quello giusto si vince, con quello sbagliato si perde. Quando perdere, è colpa anche mia, perché sono il presidente. Non mi sono intromesso, vi voleva parlare solo Sarri ora ve lo dico. Punto ancora su di voi, ma non costringetemi a fare il Lotito di una volta. Non consentirò a nessuno di distruggere quello che abbiamo costruito. Faccio il presidente da 18 anni, non mi deve insegnare niente nessuno. Posso essere io a insegnarvi a fare gli uomini».