Meglio sopravvivere da traditori che morire in nome di un’idea. Per molto meno, Valverde venne esonerato. Cronaca di uno sfregio epocale
Il Barcellona con la difesa a tre: Araujo, Piqué, Lenglet. Non è un pesce d’aprile a novembre.
È impossibile fare paragoni. Siamo oltre Cuadrado che accusa Neymar di essere un simulatore. Molto oltre. Non ci sono paragoni possibili per quel che si è visto stasera a Barcellona. Hanno dovuto chiamare Xavi per vedere saltare il primo comandamento della tavola blaugrana: la difesa a quattro.
Una serata ferale per i discepoli di Guardiola, per tutti coloro – e non sono pochi – che hanno confuso il calcio con il Vangelo. Contro il Benfica in Champions League, al Camp Nou, Xavi ha schierato il suo Barça con la difesa a tre. Per molto meno, ma molto molto meno, Valverde venne esonerato con il Barcellona primo in classifica. Qualsiasi altro tecnico sarebbe stato esonerato nel corso della partita e portato via di peso dal campo. Non osiamo pensare agli epiteti che starà lanciando Johann Cruyff da quel luogo lontano.
Hanno chiamato Xavi, il custode dell’ortodossia, e lui sull’orlo del precipizio ha pensato bene che è meglio sopravvivere da traditori che morire in nome di un’idea.
Il Napolista è vicino a chi ha confuso Guardiola con Che Guevara. E non può non guardare con simpatia all’infiltrato Xavi. Ora ci aspettiamo un gol con lancio lungo di sessanta metri. E conferenza stampa in cui dichiara:
Senza me, Iniesta, Messi, col piffero Guardiola vinceva quello che ha vinto. Altro che difesa a quattro.
Dai Xavi, facci sognare