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Guerriglia Roma-Lazio, capo ultrà della Nord ai domiciliari: «del tutto indifferente ai Daspo»

Sul Messaggero. Franchino è finito sotto inchiesta con altri 4 ultrà per gli scontri di maggio. Per tutti le accuse vanno dalla violenza alle lesioni, con finalità di odio razziale ed etnico

Guerriglia Roma-Lazio, capo ultrà della Nord ai domiciliari: «del tutto indifferente ai Daspo»
Lazio's supporters cheers at the end of the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

Quattro ultrà della Lazio finiti sotto inchiesta, un quinto sotto l’egida della Procura dei minori, un capo ultrà della Curva Nord arrestato. Tutto per gli scontri tra tifosi in occasione del derby Roma-Lazio del 15 maggio scorso, quando 600 tifosi hanno preso d’assalto Ponte Milvio dirigendosi verso l’Olimpico per fronteggiare i romanisti. Lo racconta il Messaggero. Quel giorno ci furono cariche contro la Polizia, cori razzisti, lancio di bottiglie, petardi e fumogeni.

Le accuse vanno dalla radunata sediziosa, alla violenza e resistenza a pubblico ufficiale, dall’interruzione di pubblico servizio fino alle lesioni nei confronti dei poliziotti – uno di loro è finito al pronto soccorso con un polso fratturato – e la Procura contesta anche l’aggravante di avere «commesso le condotte con finalità di odio razziale ed etnico», in relazione ad alcuni cori razzisti partititi durante il corteo non autorizzato. Cori inneggianti il Duce.

Il capo ultrà finito ai domiciliari è Franco Costantino, meglio conosciuto come Franchino, storico capo ultrà della Lazio, considerato l’erede di curva dello storico leader degli Irriducibili, Fabrizio Piscitelli, Diabolik. Era già sottoposto a Daspo, ma lo ha infranto. Il giudice sottolinea che

«è apparso del tutto indifferente alle denunce e agli arresti accumulati nel corso degli anni e alla misura preventiva del Daspo sportivo e del Daspo Willy».

Paolo Maria Ovidi, Franco Costantino e Mirko Musselli, sono accusati di avere aggredito gli agenti schierati prima sul lungotevere Maresciallo Diaz, e poi tra Ponte Milvio e via di Tor di Quinto. Avevano il volto nascosto da mascherine e foulard e indossavano felpe e giubbotti per coprire i tatuaggi. Costantino, in particolare, ha lanciato un fumogeno contro le Forze di Polizia e ha usato un mattarello di legno come un bastone, colpendo con forza un agente.

A incastrare gli indagati, alcuni video fatti con telecamere e cellulari, oltre a quelli registrati dai dispositivi di sorveglianza.

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