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Fimmanò sull’inchiesta Juve: «Si rischiano punti se il fine è iscriversi al campionato. Non è questo il caso»

L’ex membro della Corte d’Appello Figc a Libero: «Le plusvalenze forse sono legate al tentativo di non evidenziare incapacità gestionali più che a problemi patrimoniali reali»

Fimmanò sull’inchiesta Juve: «Si rischiano punti se il fine è iscriversi al campionato. Non è questo il caso»
Db Parma 24/08/2019 - campionato di calcio serie A / Parma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Fabio Paratici

Libero intervista Francesco Fimmanò, ex membro della Corte d’Appello Figc e vicepresidente della Corte dei Conti. Il tema è il caso plusvalenze della Juventus. Una pratica, dice Fimmanò, diffusa in tanti club.

«Infatti la società bianconera è parte di un’operazione più ampia».

Si tratta della terza inchiesta sullo stesso argomento, i precedenti a livello penale riguardano il Milan, nel 2008 e l’Inter nel 2004.

«Furono entrambe assolte. Si disse che “il fatto si configurava” ma in sede penale “non costituiva reato”. È fondamentale il cosiddetto elemento psicologico, cioè la finalità dell’operazione e in quei casi non era colposa».

Cosa rischia la Juventus a livello sportivo?

«Si rischiano punti o l’esclusione dai campionati quando il fine è ottenere l’iscrizione ad una competizione a cui non si sarebbe ammessi. Non penso sia il caso della Juventus».

Quindi come si può inquadrare il caso della Juventus?

«Le eventuali plusvalenze strumentali non dovrebbero essere legate a problemi patrimoniali reali, né penso siano finalizzate all’iscrizione al campionato o a rimediare all’impossibilità di adempiere alle obbligazioni (come i pagamenti degli stipendi, ndr), piuttosto possono essere legate alla necessità di non sostanziare perdite pesanti per non evidenziare incapacità gestionali».

Fimmanò riconduce tutto all’acquisto di Cristiano Ronaldo.

«Visto il periodo oggetto di analisi, dal 2019 al 2021, si può pensare che siano operazioni legate all’acquisto di Cristiano Ronaldo, che ha generato scompensi finanziari. D’altronde, il valore di un calciatore nei bilanci non è legato alla sua forza ma alla possibilità di rivendere il cartellino».

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