A Sette: «Vengo dalla periferia romana, ai bordi del raccordo. Malavita e criminalità mi hanno fatto crescere con miti sbagliati»
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Sette intervista Achille Lauro. Gli chiedono se gli manca il fatto di non aver studiato. Risponde:
«Se avessi appreso prima certe cose sarebbe stato meglio, ma dedicavo il mio tempo a quello che mi ha reso cantautore. Sono ossessionato dalla scrittura, mi chiudevo in camera e facevo solo quello».
Racconta la sua adolescenza.
«Vengo dalla periferia romana, ai bordi del raccordo, una realtà di estrema difficoltà. Malavita e criminalità mi hanno fatto crescere con miti sbagliati. Roma non è corrotta, diceva qualcuno, ma corruttrice. Mi sono reso conto che stavo crescendo in un bolla sbagliata che mi avrebbe portato nella merda. Se parlo di droga non è quella che gira nel mondo dello spettacolo, ma di una bolla in cui non hai aspettative, non c’è futuro e accadono cose tremende da cui non si esce intatti. Dopo i 20 anni capisci che quelle non sono più cazzate, ma che stai buttando la tua vita nel cesso, stai diventando un uomo e se continui non puoi più cambiare strada ed è tardi per la redenzione».
Continua:
«In quella periferia c’è un problema culturale: manca istruzione e non si può pretendere troppo. Ma mi sono reso conto che vivevo con persone senza interessi e prospettive. Non mi vedevo come loro a 50 anni».
Il sesso a 13 anni la prima volta:
«Lei aveva qualche mese in più. In quelle realtà metropolitane si cresce velocemente».
Così come il primo tatuaggio.
«Anche quello a 13-14 anni, nella comune li avevano tutti. È un sole con l’iniziale del nome di una persona importante. A mia mamma avevo detto che era fatto con l’hennè. Tutti i tatuaggi sono legati o a persone importanti o a un lato estetico e culturale come quelli del filone giapponese».
Gli viene chiesto qual è la spesa più folle che ha fatto da quando ha raggiunto il successo.
«Nemmeno quando facevo rap mi interessavano orologioni, collane o macchinoni. Per come sono stato educato me ne frego delle cose materiali. Ai tempi della trap vivevo in un monocale, di giorno ufficio, di notte branda. Ho sempre investito tutto quello che ho guadagnato per poter avere una visione più grande. Un anno e mezzo fa sono cascato nel piacere delle cose materiali e ho comprato una Ferrari, ma l’ho già venduta».
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