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Tuchel: «Grazie all’esperienza nelle giovanili oggi mando in panchina chi non fa quello che gli chiedo»

A Sportweek: «È molto più difficile dire a un ragazzino che non potrà continuare a rimanere al centro di formazione»

Tuchel: «Grazie all’esperienza nelle giovanili oggi mando in panchina chi non fa quello che gli chiedo»
Porto (Portogallo) 29/05/2021 - finale Champions League / Manchester City-Chelsea / foto Uefa/Image Sport nella foto: Thomas Tuchel

Sportweek riprende alcuni passaggi del dietro le quinte del Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta. Si tratta delle parole dell’allenatore del Chelsea, Thomas Tuchel.

«Solo quando ho iniziato a studiare tattica con più attenzione, ho capito le idee innovative di Arrigo Sacchi».

All’epoca aveva 19 anni, non pensava alla carriera di allenatore.

«Il mio sogno era di diventare un top player. Un campione alla Lothar Matthaus, ma mi sarei accontentato di essere uno qualsiasi dei giocatori del Barcellona».

Ma non riuscì mai a sfondare. Arrivò al massimo alla seconda divisione, poi un grave infortunio lo costrinse a rinunciare al calcio a 25 anni:

«Ero arrabbiato con me stesso e pure con i miei ex compagni dell’Ulm che furono promossi in Bundesliga, ma da quel momento capii anche che volevo vivere della mia passione».

Fu un periodo difficile, intraprese gli studi di economia «per far contenta mia madre» e si dedicò a lavori saltuari in un panificio e dietro al bancone di un bar. Poi iniziò ad allenare nelle giovanili dello Stoccarda.

«Anche se non ho giocato ai massimi livelli come speravo, l’esperienza nelle giovanili mi serve tutt’oggi. È molto più difficile annunciare a un ragazzino che non potrà continuare a rimanere al centro di formazione, che mandare in panchina un top player che non fa quello che gli chiedo».

Parla del Chelsea come di un club dove «tutto è strutturato per poterti esprimere al meglio, per essere creativo e lavorare solo in funzione delle partite di campionato e di Champions» e dove «la comunicazione è semplice e non ci sono interferenze inutili».

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