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Anche in Germania gli ultras disertano e gli stadi non si riempiono. E per alcuni è un bene

La Süddeutsche analizza il calo di spettatori. Gli ultras protestano a Dortmund e a Francoforte. Ma la pandemia ha chiarito che il calcio può fare a meno di loro.

Anche in Germania gli ultras disertano e gli stadi non si riempiono. E per alcuni è un bene
Db Reggio Emilia 22/02/2018 - Europa League / Atalanta-Borussia Dortmund / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Borussia Dortmund

Anche in Germani tiene banco la questione ultras e la disaffezione al calcio. Ne scrive la Süddeutsche Zeitung. A Dortmund solo 25mila spettatori hanno acquistato il biglietto per la non accattivante sfida di coppa contro l’Ingolstadt. La Süddeutsche sottolinea che il match era un secondo turno di coppa ma ritiene la risposta del pubblico esemplificativa del rapporto che oggi i tedeschi hanno col calcio. Scrive che a Francoforte erano attesi 40mila spettatori per la partita contro l’Hertha Berlino e invece si sono fermati a poco più di 30mila biglietti venduti. A Wolfsburg appena diecimila persone per il match col Friburgo, biglietti invenduti anche a Stoccarda. Nessun problema invece a Mönchengladbach: erano in 48mila per il roboante 5-0 rifilato al Bayern in coppa.

Per il Ceo dell’Eintracht il calcio deve ancora a tornare a dispiegare tutto il proprio potenziale attrattivo e lo farò quando gli stadi torneranno a riempirsi completamente.

La Süddeutsche scrive di fenomeno patchwork. Gli ultras non hanno una linea unica. A Francoforte disertano perché criticano l’obbligo della mascherina. A Dortmund perché contestano i dati sui vaccinati e affermano che tra gli ultras il tasso di vaccinazione è più alto che nel resto della popolazione. A Dortmund protestano anche perché è stata aperta solo metà della standing zone.

È paradossale – sottolinea il quotidiano tedesco – che gli ultras siano allo stesso tempo i principali oppositori del calcio come evento e anche i più richiesti per far tornare coreografie, spettacolo e tifo negli stadi.

Non tutti si lamentano. Per alcuni senza ultras la partita si guarda meglio: l’atmosfera è molto più autentica e legata al gioco. “Finalmente nessun canto continuo”, così dicono tanti tifosi sui social. Michael Gabriel, capo dell’ufficio di coordinamento dei progetti dei tifosi e da lungo tempo esperto di cultura dello stadio, conosce queste accuse: “Sì, il tifo è molto più legato al gioco. È un tema utilizzato per far rivivere il noto conflitto tra i tifosi più tradizionali e il supporto permanente degli Ultras.”

Di fatto, conclude il quotidiano, la pandemia ha cambiato il rapporto con i tifosi e il messaggio sottile ma chiaro che i club hanno inviato ai tifosi è stato: “Possiamo giocare senza di te!”

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