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Sgarbi: «Ho avuto 670 querele. Tra risarcimenti e avvocati, ho speso due milioni e mezzo di euro»

Intervista a Specchio: «Non amavo mia madre in quanto madre ma in quanto donna intelligente. Mia sorella va ogni domenica al cimitero e le legge i miei articoli»

Specchio intervista Vittori Sgarbi. Molte le domande sulla sfera affettiva del critico d’arte, a partire dalla compagna passando per il rapporto con la sorella fino a quello con la madre.

Sgarbi è legato a Sabrina Colle dal 1998. Ha più volte raccontato che non hanno più rapporti sessuali.

«È la mia compagna, è un dato di fatto. Ci siamo conosciuti nel 1996, poi dopo 3 anni lei non ha più voluto fare sesso e io ne ho preso atto. Questo mi ha consentito di fare come volevo. Il mio corpo era libero, una grazia del cielo. Lei è tollerante, aperta. Donna di sofisticata eleganza e mi guarda con compatimento per quelle che considera inutili conquiste».

Sgarbi rivendica la sua contrarietà al matrimonio.

«Sono un oppositore estremo delle unioni civili perché sono contrario al matrimonio in assoluto, che considero una dannazione. Esiste il sesso senza amore e anche l’amore senza sesso. Esistono gli individui, non la coppia. La mia attività sessuale è modellata su quella omosessuale, rapina, usa e getta. Prendi e scappa. In un cinema, in un bar…».

Gli viene fatto notare che ha usato un paragone non esattamente politicamente corretto. Risponde:

«È un dato di fatto, anche se ovviamente una generalizzazione. Basta ricordare Pasolini».

Sgarbi ha tre figli.

«Tutti e 3 hanno rapporti straordinari con me senza che ci sia stato bisogno di educarli e di viverli quotidianamente. Carlo, 32 anni, ha la vocazione a fare il marinaio riservista, ma lavora per Intesa San Paolo a Bruxelles. Mi chiama genitore, non papà. Quando morì la madre, non volle venire a Roma a vivere con me. L’ho rivisto da adulto e abbiamo rapporti cordiali. Evelina credo abbia 20 anni, è furbissima, ha il carattere come il mio, ribelle, sfrontata. Andrà a fare il Grande Fratello. Alma ha 20 anni, vive con la madre albanese, ha un’anima delicata e gentile».

Parla della sorella Elisabetta, editrice.

«Lei è cresciuta con le mie angherie. La portavo al cimitero per farle sentire i fantasmi. Con il tempo ha seguito le indicazioni familiari laureandosi in Farmacia, poi si è resa conto che quel tipo di vita è simile all’ergastolo, faticosissima come tra l’altro avevamo capito osservando la vita di nostro padre, che non aveva pace nemmeno di notte. E poi è entrata nel mondo editoriale e, passo dopo passo, è arrivata dove è. Lei mi dà consigli di vita e io contraccambio con consigli editoriali per quanto riguarda le scelte sull’arte».

Sulla madre:

«Era molto severa e mi mise in collegio. La sua intelligenza si manifestava nella velocità. È stata una grande collaboratrice. Elisabetta va ogni domenica al cimitero e le legge i miei articoli. Non la amavo in quanto madre, ma in quanto donna intelligente. Quando ha iniziato a perdere colpi l’ho chiamata di meno, frequentata di meno. Nessun senso di colpa. Anche perché avevo reso i miei genitori spregiudicati e rock. So che mi capiva. Mia madre era una mia coetanea e questo le ha dato una grande ragione di vita».

Racconta anche la vita in collegio.

«Collegio salesiano Manfredini. Due anni di galera. Ogni mercoledì si usciva in passeggiata e io andavo in libreria e compravo libri di Svevo, Montale, D’Annunzio. Una volta venni punito perché il prete trovò una edizione di Senilità che aveva un segnalibro a pagina 30. E allora chiamarono i miei perché il libro era proibito. Mi diceva “Non devi leggere questi libracci”. Un clima di terrorismo. Bullismo no. Una serpeggiante omosessualità che non mi ha toccato. Alcuni ragazzotti erano vittime dei preti, li accarezzavano, ma senza alcuna violenza. Vecchi preti desiderosi di affetto. Quando sono arrivato nel ’68 al liceo classico a Ferrara, non riuscivo a capire la contestazione perché rispetto al collegio eravamo liberi».

Da quando ha iniziato a fare televisione, Sgarbi ha avuto 670 querele.

«670 da quando ho iniziato la televisione, 5 solo da Di Pietro, a cui ho dovuto dare 300 mila euro. Adesso però siamo diventati amici. Ho fatto i conti e, tra risarcimenti e avvocati, ho speso due milioni e mezzo di euro».

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