Alla Gazzetta: «La MotoGp però resterà la stessa, ognuno ha la sua epoca e il suo momento. Il braccio? Da quando ho intensificato gli sforzi il male è tornato. Ci vuole tempo»
La Gazzetta dello Sport intervista Marc Marquez. Non è mai stato un grande amico di Valentino Rossi, ma anche adesso che il Dottore ha annunciato il suo ritiro, ne riconosce la grandezza.
«Pensavo che avrebbe continuato. Ho letto chi diceva che non doveva finire così, ma la carriera di uno sportivo va giudicata per tutto l’arco di tempo. Sono venticinque anni e quello che ha fatto per il motociclismo è da leggenda. Ha fatto qualcosa prerogativa di pochi piloti: vincere, portare tanta gente in pista. È molto bello».
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«C’è stato Pelè, poi Maradona, Messi, non è che uno è meglio dell’altro, ma ognuno ha la sua epoca e il suo momento. E il momento di Rossi è stato molto, molto lungo. Tutti sanno che personalmente la nostra relazione non è la migliore, ma io non ho nessun problema a riconoscere che perdiamo un grande. Però la MotoGP resterà la stessa, chi ama le moto continuerà a seguirle».
Per quanto riguarda lui, ha ancora dolore al braccio.
«Non tutti i giorni. Ma nell’ultima settimana, in cui ho intensificato gli sforzi, il male è tornato. Non posso fare moto tutti i giorni, due, massimo tre è il limite: i dottori mi hanno detto che l’osso non è ancora al 100%. Ci vuole tempo, sono stufo di ripeterlo, ma è così».
Gli fanno notare che in questo anno e mezzo si è visto che Marquez è sempre più indispensabile per la Honda. Risponde:
«Questa cosa a me non piace molto e nemmeno alla Honda, perché è meglio se ci sono più piloti capaci di andare forte con la stessa moto. La nostra è critica, cadi tanto e a volte non te lo aspetti, però la moto che ha vinto di più negli ultimi 11 anni è la Honda. E quando vinci spesso ti chiedi perché cambiare. Però dal 2020 stiamo facendo fatica e tutti, gli ingegneri come me, lavoriamo sodo per tornare al top».